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Uno dei castelli più piccoli del comprensorio fermano è nascosto nella verde vallata del torrente Fosa, tra le campagne di Montegiorgio e Rapagnano. La sua posizione, sopra una piccola altura affacciata sul ripido ciglio di un crinale, ha favorito le difese del castello il cui nome proviene dal Cerro, un tipo di quercia che evidentemente era abbondante in zona.
La storia documentata risale al 1102, quando diventa possedimento del vescovo di Fermo che lo da in feudo, nel 1194, al marchese Gottiboldo della marca anconetana.
Nel 1198 viene annesso al comune di Montegiorgio, insieme ad altri castelli del circondario, e sarà restituito a Fermo cento anni più tardi. Nel 1416, secondo alcune cronache, si ribella al capoluogo fermano, ma successivamente troviamo la riconferma di tutti i diritti fermani sul castello da parte di papa Eugenio IV. In epoca napoleonica perde l'autonomia diventando una frazione del comune di Alteta e successivamente, con l'unità d'Italia, viene annesso al comune di Montegiorgio.
I resti del castello sono esigui rispetto alle epoche passate: la porta castellana si apre ancora ai piedi dell'incasato immettendo il visitatore nell'unica via paesana. Risalendo dalla porta si arrampica fino alla parte alte, dove sorgevano gli edifici più importanti, ora scomparsi. Gli edifici, che nel tempo si sono succeduti alle mura medievali, hanno lasciato spazio ai giardini, lasciano in piedi solo il palazzo parrocchiale.
Dalla parte alta del borgo, ora trasformata in ampia terrazza aperta sul dirimpettaio castello di Alteta, si scende verso la piazza restaurata di recente dove si trova la diroccata chiesa di San Michele Arcangelo o Sant'Angelo che, insieme a Santa Dorotea, è il patrono del paese.
La passata incuria ha lasciato spazio ad una nuova generazione di cerretani che hanno avuto a cuore il restauro e la valorizzazione del luogo, organizzando anche un'interessante rievocazione medievale.

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