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Essendo Appignano l'unico castello di primo grado dello stato ascolano medievale, era dotato di una possente cinta muraria e di una rocca dalla cui sommità si coordinavano le difese in caso di assedio e l'estrema difesa qualora gli invasori avessero varcato le mura.
Le fortificazioni giunte fino a noi sono quelle a nord dell'incasato, mentre quelle a sud sono crollate assieme alle grandi frane che hanno fatto sprofondare una parte del borgo.
Ci è possibile ricostruire l'antico andamento delle fortificazioni grazie ad una tavola seicentesca che ritrae il paese visto dall'alto. Del poco che è riuscito a salvarsi, oltre che dagli smottamenti anche dall'incuria dell'uomo, possiamo vedere solo alcuni resti delle torrette quadrate di difesa del perimetro di cui una munita di scarpa e l'altra, meno visibile, è fornita di feritoie per bombarda e per moschetto.
A tratti si ritrovano anche le opere di scarpatura delle mura, come nei pressi della chiesa di San Michele Arcangelo, dove si apriva la "Porta da Piedi" che, insieme alla "Porta da Capo, sita alla parte opposta del corso, fornivano accesso al paese.
Era presente anche un'altra porta sita a meridione della quale adesso non rimane più traccia, come di gran parte delle opere che difendevano questo importante castello.

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