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Disperso tra le belle vallate ai confini meridionali della catena montuosa della Laga, alla considerevole altitudine di 1100 metri. Chiamato così forse per il gran numero di cornioli, che nel linguaggio locale venivano chiamati crognali, dal paese il toponimo si estenderà, dalla creazione del comune nel XIX secolo, a tutta la comunità.
Il primo insediamento, quello di cui si parla nel medioevo, si trovava in altro luogo a poca distanza dall'attuale, ubicato nella zona vicino a Piano Crognaleto e a Fonte San Salvatore, che prende il nome dal santo titolare della chiesa del paese, anch'essa scomparsa. L'insediamento faceva parte dell'Università di Rocca Campagna, centro fortificato che si trovava nei pressi di Piano Vomano e che fino al XIV secolo resse le sorti amministrative di questa zona e comprendeva anche Tottea, Alvi, Frattoli. Nel XV secolo diventano padroni di questi territori gli Acquaviva d'Atri e nella loro riforma amministrativa incorporano Rocca Campagna alla comunità della Montagna di Roseto. In questo secolo forse l'insediamento prendeva vita nell'attuale posizione, forse più comoda e riparata o vicina alle vie di comunicazione rispetto all'altra, nel 1526 la chiesa di San Salvatore viene ancora menzionata. Nel 1575 invece si legge del trasferimento del titolo di parrocchiale alla chiesa di Santa Caterina nel nuovo Crognaleto, il vecchio abitato andrà quindi mano a mano scomparendo. Agli inizi del XVII secolo viene eretta la chiesa della Madonna della Tibia, secondo la leggenda come ex-voto ma gli studi hanno accertato per volontà del parroco di Crognaleto Bernardo Paolini, ingrandendo un'edicola sorta lungo la strada per Piano Roseto e piuttosto venerata dai passanti. Intanto per tutta la montagna andava imperversando da più di un secolo il fenomeno del brigantaggio che influirà anche sulla vita di Crognaleto: nel 1689 passano di qua le soldataglie di Santuccio da Froscia e Titta Colranieri. In epoca napoleonica finisce l'Università della Montagna di Roseto che nel 1813 viene ridivisa tra i due attuali municipi di Cortino e Crognaleto, ma del borgo porterà soltanto il nome visto che il capoluogo sarà subito trasferito a Cervaro e lì vi rimarrà fino al 1880 quando viene spostato a Nerito.
Nel paese si rifugiano molti lealisti borbonici a seguito dell'Unità d'Italia nel 1860, violenta sarà la loro azione nel territorio arrivando a giustiziare anche il sindaco della comunità, negli anni successivi la repressione degli eserciti piemontesi arrestò il fenomeno in tutta la montagna. Dopo l'unione l'insediamento rientra nel circondario di Teramo nel Mandamento di Montorio, insieme alla vicina Cortino fino alla loro soppressione nel 1927 e alla costituzione della moderna provincia teramana.
Nel XX secolo inizia il fenomeno dell'emigrazione verso mete più vivibili, una nota interessante si ha durante la seconda guerra mondiale quando la comunità nasconde alla cattura due soldati dell'esercito inglese che ringrazieranno il borgo donando una nuova porta alla chiesa di Santa Caterina. Dal secondo dopoguerra riprenderà l'emigrazione, oggi Crognaleto rimane quasi disabitato e popolato solo durante il periodo estivo quando gli abitanti vi tornano per passarvi le vacanze.
La costruzione del Traforo del Gran Sasso ha contribuito ulteriormente allo spopolamento spostando tutto il traffico tra Teramo e l'Aquila dalla valle del Vomano per il Passo delle Capannelle, paradossalmente però ne ha conservato le atmosfere genuine preservandole dalla modernità.
Si arriva al paese percorrendo la strada provinciale che si stacca dalla statale ad Aprati fino a raggiungere Piano Roseto, all'incrocio nei pressi del cimitero e degli impianti sportivi, e si prende la strada che raggiunge il centro dell'incasato. In questo ampio spazio si trova anche l'imbocco del sentiero che si inerpica fino alla Madonna della Tibia, riconoscibile dalla staccionata che protegge gli escursionisti dalle cadute a valle. Molto suggestiva è la fiaccolata del 17 agosto che ovviamente in notturna raggiunge l'ardita chiesa, uno degli eventi che ancora mantiene vive Crognaleto e la devozione per la Madonna della Tibia. Un'altra strada percorribile anche dagli autoveicoli serpeggia nel cuore del paese, il centro è rappresentato dalla chiesa di Santa Caterina mentre la piazza principale ospita il parco dedicato a Ercole Ridolfi. Proseguendo verso le ultime propaggini, si raggiunge la fonte ed un'interessante casa seicentesca. Altri esempi di architetture rurali si possono trovare per tutto il paese come la bella casa in piazza con la grande arcata al pian terreno mentre le vestigia di epoche passate spuntano tra le ristrutturazioni talvolta invasive che hanno rimodellato il paese.
Nel borgo si respira una calma atmosfera e la cornice delle montagne lo rende affascinante da ogni angolazione.

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