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Posizionato in pieno centro storico, al numero 85 di corso Cefalonia, palazzo Vitali-Rosati non si presenta in modo appariscente ma la sua facciata offre alcuni elementi architettonici interessanti. L'edificio è stato progettato dall'architetto Antonio da Sangallo il Giovane per volere di Girolamo Rosati nel 1532. Nel 1550 divenne sede dell'Accademia degli Sciolti, che accolse anche Torquato Tasso, e, durante il XVII secolo confermò la sua vocazione ospitando l'Accademia dei Ravvivati.
Il palazzo si presenta come un semplice parallelepipedo in cotto, sviluppato su tre piani. Il primo e il secondo livello, divisi da una fascia marcapiano, propongono sobri e regolari stilemi rinascimentali nel gusto classicista delle cornici delle finestre che scandiscono le pareti. Il piano terra, invece, separato da un cornicione con un forte aggetto, è caratterizzato da un apparato estetico più elaborato. Le pareti e gli spigoli sono scanditi da ricercate paraste composte da bugne alternate. Un elemento decorativo che esce già dalla compostezza e l'armonia dell'architettura rinascimentale per addentrarci, piuttosto, verso un colorismo e una bizzarria di gusto manierista. Gusto che viene ribadito anche dal portale d'ingresso, in cui tornano le bugne, a far da cornice, con dimensioni allungate oltre qualsiasi concetto di proporzionalità. Ai lati del portale altri due semplici ingressi adibiti a botteghe. Il cortile interno, quadrato, è composto da due loggiati prospicienti con archi dal fornice lungo e stretto. Le due colonne corinzie che si vedono, appena superato l'ingresso, provengono dal teatro romano costruito a Fermo in epoca augustea.

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