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Sorge isolata a poca distanza dalla cittadina di Montalto delle Marche, lungo la strada che conduce a Montedinove.
Rimane solo la chiesa di quello che ai tempi, era un grande ed importante monastero agostiniano, nato dalle ceneri di un precedente istituto monastico retto dai benedettini di origine farfense, come cita una relazione del 1650. Si legge anche dal fatto che i monaci agostiniani precedevano i francescani nelle processioni, a sottolinearne l'insediamento a Montalto, in un periodo più antico rispetto all'altra congregazione. La struttura sorge secondo alcuni già nel 1204, come confermerebbero alcuni privilegi pontifici ai benedettini, mentre secondo altri risale al 1251. Risulta tra i primi centri agostiniani nati nella regione, molto attivo nel medioevo era la sede delle congregazioni delle terre del presidato farfense, istituito nel 1261, il monastero è nominato nei registri dell'ordine anche nel 1391. La chiesa intanto era divenuta importante e si era arricchita di sette altari, alcuni di questi appartenenti alle famiglie nobili di Montalto, inoltre la compagnia di Santa Monica offriva l'indulgenza plenaria ai numerosi pellegrini che vi si recavano.
Con l'elezione pontifici di Sisto V, originario della famiglia montaltese dei Peretti, nel 1571 il Presidato Farfense viene abolito e sostituito quello Sistino nel 1586, la sede delle adunanze viene quindi spostata al Palazzo dei Presidi al centro del paese. La Soppressione Innocenziana del 1652 pone fine alla presenza degli agostiniani chiudendo il monastero, subito si interessa allo stabile il vescovo di Montalto che ottiene dal pontefice nel 1653, il permesso di trasformarlo nella sede del seminario, dato che a quei tempi la diocesi sistina ne era sprovvista.
Quando viene costruito il nuovo Palazzo del Seminario, inizia la fine dell'edificio monastico che chiuso nel 1825, continua ad ospitare ancora qualche religioso mentre nella chiesa si dice messa ancora per qualche tempo. Nel 1857, il comune ne entra in possesso a seguito di una permuta con il Seminario Vescovile ottenendo l'area dove sorge la chiesa. Intanto era iniziata da tempo la demolizione del monastero e del chiostro, questo perché il comune si assunse la responsabilità di mantenere solo la chiesa con un contributo annuo, per questo oggi ne rimane solo una piccola porzione, a sinistra dell'edificio sacro. Nel 1911 il sindaco di Montalto aveva preso la decisione di far demolire anche la chiesa ma alla fine la cosa non andò in porto, anzi se ne avviò il restauro del tetto una decina di anni dopo, per mezzo della soprintendenza sarà totalmente restaurata nel 1974 mentre nel 1990, il comune ne sistemerà la pavimentazione.
Oggi è sconsacrata e viene utilizzata come sede di mostre, concerti ed eventi, grazie anche alla grande pineta che la circonda. Realizzata in cotto con forme gotiche, la facciata principale si trova sul lato orientale e qui troviamo il bel portale con architrave in pietra e mensole in travertino scolpito. Al di sopra si trova il lunotto composto da un arco a doppia ghiera, forse nella parte interna un tempo vi era un affresco; ai lati del lunotto si vedono delle cavità nei mattoni dove erano innestati dei piatti in ceramica decorata. Lungo la parete, divisa da una serie di lesene, si aprono le alte finestre gotiche con architrave trilobata in pietra e circondate da una cornice in cotto, un fitto intreccio di archetti pensili corre lungo la parte superiore del muro.
L'abside si erge sopra una zona più bassa rispetto alla navata e caratterizzata da forte dislivello, vi si aprono due finestre simili a quelle laterali ma di ridotte dimensioni, gli archetti pensili qui sono sostituiti da una semplice decorazione in mattoni, nel lato occidentale invece si trovano i resti del convento ed Il campanile. Quest'ultimo risale al XVI secolo, la cella campanaria ha due finestre a bifora nel lato che da verso la chiesa mentre le altre, verso l'esterno, hanno un arcata a tutto sesto. Una cornice marcapiano la divide dal resto della struttura, su due lati si trovano anche delle aperture rotonde forse sede per istallare le decorazioni a piatti in ceramica dipinta come sul portale. Il lato occidentale occupa i resti del monastero, scarna è la facciata esposta a nord con una semplice porta con arco a tutto sesto sormontata da un finestrone. L'interno non mostra tracce di decorazioni, interessante è la zona absidale che si raccorda alla navata con un grande arco ogivale affiancato da due nicchie, l'interno della volta absidale è diviso a spicchi da un serie di costoloni.

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