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Dopo aver disceso una scalinata si accede alla chiesa di Sant'Agostino dedicata al Beato Antonio, patrono di Amandola, che visse tra il 1355 e il 1450. L'edificio, di probabile origine romanica, venne ampliato nel Quattrocento, epoca in cui Pietro Lombardo (1435-1515) completò il campanile (1464) posto a coronamento della massa architettonica. L'abside rappresenta la sezione più antica della chiesa ed è inglobato nel primo piano della torre campanaria. Originario è anche il portale risalente al 1468, opera dell'artista "Marinus Cedrinus Venetus Scultor",come attesta l'iscrizione nella fascia dell'arco a tutto sesto. L'arco poggia su colonnine tortili e pilastrini in travertino. Nella fascia esterna sono scolpiti due putti che suonano una tromba e sotto a sinistra sono impressi i santi Monica e Agostino ed alcuni strumenti da calzolaio che suggeriscono la probabile committenza di Johannes de Vannis. L'interno è a navata unica con copertura a volta, e in corrispondenza del presbitero è presente un breve transetto. Di epoca barocca sono gli stucchi e le figure allegoriche eseguiti a fresco tra il 1606 e il 1612 da Domenico Malpiedi, amandolese attivo tra il 1595 e il 1651. I lavori eseguiti tra il 1758-1782, sotto la supervisione dell'architetto Pietro Maggi, rinnovarono completamente la chiesa mutandola in uno stile neoclassico. Una vetrata policroma raffigurante il Beato Antonio venne commissionata e posta in loco nei primi del novecento. Di Francesco Ferranti (1873-1951) sono l'"Esaltazione del B.Antonio", che campeggia al centro dell' abside, mentre sugli altari laterali sono posti la "Vocazione del Beato" e una "Madonna della Cintura". Nell'abside sono presenti alcune scene del pittore camerte Orazio Orazi (1848-1912) con tema i "Miracoli del Beato". Sono presenti anche i resti di un coro ligneo del quattrocento e una Pietà in terracotta (di arte nordico-tedesca) del XV secolo.

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