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Graziosa chiesetta nella campagna marchigiana, in uno scenario rurale quasi perfetto.
Si vuole costruita nei pressi di un insediamento romano, testimoniato dai reperti custoditi nel museo di Montalto delle Marche, viene forse eretta nel XVI secolo come chiesa sottoposta a Santa Maria in Viminatu, parrocchiale del castello di Patrignone.
Famosa per la grande fiera che si teneva il giorno della festa del santo, tradizione persa col tempo a partire dal secondo dopoguerra.
Durante il terremoto del 1997 subisce alcuni danni che porteranno ad un restauro l'anno successivo con il rifacimento del tetto, del pavimento e delle strutture interne.
L'edificio si trova a ridosso della strada che attraversa l'omonima contrada, affiancato da alcune conifere che donano un valore paesaggistico aggiunto alla già armonica facciata, che mostra tracce dei canoni dell'architettura rinascimentale. Eretto in pietre di arenaria grigia di varia pezzatura e con un'alternanza di fasce orizzontali di mattoni rossi, a creare lungo il perimetro esterno, un suggestivo gioco di colorazioni.
Un ampio basamento circonda la struttura formando un gradino lungo i lati delle pareti, l'ingresso principale si apre al centro della facciata, tra due piccole finestre, chiuse da una sbarra di ferro lavorata con degli appigli creati per legare le corde del bestiame.
Due grandi lesene si alzano sugli angoli mentre altre due meno spesse si corrono ai lati del portale, raccordate dall'arco ornamentale che lo sovrasta, più in alto si trova una semplice finestra.
Sulla parete laterale di destra si trova una tettoia che copre l'ingresso laterale, sull'angolo c'è anche la piccola sagrestia, entrambe le strutture sono state aggiunte in epoche recenti, la parete opposta è libera e si caratterizza per altre lesene. L'abside semicircolare sul retro mostra le tracce di archetti pensili a margine del tetto, forse è stato ricostruito in maniera più spartana a seguito di un crollo, la monofora centrale realizzata in mattoni è stata tamponata.
Spoglio è l'interno dominato dalle pareti imbiancate e prive di decorazioni, le statue della Madonna e di San Vincenzo Ferrer sono custodite in due delle tre nicchie in prossimità dell'arcata in cotto, con il basamento in pietra lavorata, che delimita la navata dall'abside con l'altare. Qui sulla parete in alto si nota l'affresco della Madonna con Bambino con Sant'Emidio e San Giovannino in preghiera.

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