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Parrocchiale della frazione teramana di Forcella, chiude il centro storico nella zona meridionale, lungo la strada che scende fino alle pianure di Val Vomano.
Poco chiare sono le sue origini, si vuole eretta nel 1348 per proteggere la popolazione da una pestilenza, altre ipotesi la fanno risalire al periodo che va tra il 1324 al 1326, viene restaurata nella seconda metà del XVI secolo, il portale laterale infatti porta impressa la data del 1568.
Nel 1574 l'Università di Forcella, istituto simile ai moderni comuni, rientra in possesso del patronato sulla chiesa, venti anni dopo la chiesa assorbirà anche i titoli della chiesa di San Martino che sarà destinata a cimitero. Nel 1894 viene elevata a sede parrocchiale e si avviano grandi interventi di ristrutturazione, la tradizione vuole che nel soffitto, costituito da formelle decorate, erano presenti le immagini di un Ex voto che rappresentano un miracolo; infatti raccontano che erano rappresentate alcune scene: la prima dove un uomo malato a letto con sopra due bandiere, una bianca ed una gialla. L'altra scena invece rappresentava l'uomo guarito e vestito con ricchi abiti che si inginocchia davanti alla Madonna, da qui vorrebbero alcuni deriva il famoso ballo tradizionale della "Nzegna", praticato durante i festeggiamenti annuali della chiesa. Danneggiata nel terremoto del 2009, è stata restaurata e riaperta al pubblico nel 2014 dopo averne consolidato la struttura e parte dell'interno.
Si nota subito il dislivello sul quale appoggia, facendo si che una volta penetrati nel portale centrale, bisogna scendere diversi scalini per raggiungere il piano della navata; di pianta rettangolare le pareti laterali sono rafforzate all'esterno da grandi contrafforti. Realizzata con materiali misti tra pietra arenaria, mattoni e pietrame vario, mostra una semplice facciata rettangolare che termina con una fila di tegole, un piccolo oculo con vetri decorati è in alto a sormontare l'ingresso. Il portale anch'esso piuttosto sobrio mostra l'architrave con un'insolito simbolo animale, forse un crostaceo o un insetto di ignota origine, non si esclude possa rappresentare uno stemma araldico. Al di sopra si trova un accenno di timpano triangolare realizzato da una piccola cornice, al suo interno vi è un'affresco abbastanza degradato della Madonna con Bambino. Il portale laterale è più grande e mostra un'portale contenuto in una più ampia arcata, sempre realizzato in pietra ma più decorato rispetto all'altro, mostra elementi lavorati e diverse rosette scolpite, nonché la data di realizzazione. Simile alla facciata è l'allestimento esterno della parete sul retro, del quale recupera il coronamento orizzontale e la finestra circolare, ma grazie al dislivello risulta assai più alta e si vede un'ambiente realizzato sotto la navata. Su un lato spicca il campanile in mattoni che si alza di poco dalla struttura, mostrando solo le arcate della cella campanaria e la guglia, affiancata da piccoli pinnacoli agli angoli, a conclusione della torre.
L'interno mostra una volta a copertura della navata, intonacata ed imbiancata in rosa con poche decorazioni, buona parte in corrispondenza delle arcate di rinforzo, lo stesso si ripete sulle pareti però dipinte in verde.
L'altare centrale mostra una nicchia al centro con statua lignea della Madonna con Bambino, che richiama vagamente quella di Santa Sinforosa a Tossicia.
I due altari laterali sono realizzati in legno dipinto, quello a destra è dedicato a Sant'Antonio del quale mostra una statua di buon pregio, è realizzato con colonnine tortili ai lati e sormontato da un piccolo quadro della Madonna con Bambino, di fattura locale. Di fronte si trova invece quello dalla Madonna del Rosario, con la tipica tela circondata da scene della vita di Gesù, anch'esso in legno dipinto a grottesche. Al suo interno è custodita anche una croce processionale in rame dorato con il crocifisso d'argento, un tempo ricoperta di smalti.

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