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Frazione agricola di Massignano, sorta attorno alla chiesa dei Santi Felice ed Adaucto.
Posta lungo la vallata del Menocchia, al confine con il comune di Cupra Marittima, in parte vocata alla florivivaistica, data l'abbondanza di acqua. Il sito inoltre si trova a poca distanza dalla Civita di Cupra, insediamento antico, prima piceno e poi romano, abbandonato dopo le invasioni barbariche. Il nome è una semplificazione del titolo della chiesa, infatti un tempo era Villa dei Santi, anche le vicine contrade Piana Santi di Massignano e quella omonima nel comune di Cupra Marittima hanno la stessa origine. La storia dell'abitato si fonde con quella della chiesa, ricordata già nel XI secolo con il nome di Sant'Attone, possesso dei monaci benedettini di Montecassino. Conosciuta con il nome di Sant'Attone o Sant'Atto al Menocchia, e sottoposta al vicino monastero di San Bartolomeo di Campofilone, uno dei centri più importanti nell'area per i monaci. Citata nell'eredità di Maria di Forcella, signora di un vicino castello, che dona alle chiese massignanesi alcune somme di denaro. Nella seconda metà del XV secolo si legge della costruzione di un ospedale per i pellegrini che transitavano nell'area, voluto da Papa Callisto III. Nel frattempo era decaduta la presenza dei benedettini e il complesso era stato sottoposto alla diocesi di Fermo, inoltre si era anche sviluppato il centro castellano di Massignano. Nell'espansione aveva acquisito i territori dei castelli circostanti, anche la zona finisce sotto le sue pertinenze. Nel XVI secolo la pianura inizia a spopolarsi, anche la chiesa viene abbandonata e nella metà del secolo successivo è ridotta ad un rudere. La fine della decadenza si ha per un evento miracoloso, tradizione vuole che nel 1646 un pastore con un grave problema alla pelle, si ferma in un'edicola della zona a pregare. Riceve la visione dei Santi Felice ed Adaucto, che gli mostrano una sorgente di acqua torbida dove bagnarsi, uscendone poi guarito. La notizia si sparge velocemente nei dintorni radunando un gran numero di popolazione, venuta in pellegrinaggio alla fonte miracolosa. Nel 1662, grazie al patrimonio acquisito dai pellegrinaggi, l'Arcivescovo di Fermo decreta la costruzione di un nuovo edificio religioso, con annesso anche un ospizio per accogliere i pellegrini. Nel 1801 viene costruita la fontana dei Santi per rifornire di acqua l'abitato che andava addensandosi, la ricchezza giunge anche dal continuo flusso di visistatori della fonte miracolosa. Questa però si prosciuga per un periodo verso la seconda metà del XIX secolo, per riapparire nel 1877, prosciugandosi definitivamente agli inizi del secolo successivo. Tradizione vuole che a distruggere la sorgente siano stati i massignanesi, riempendola di letame di cavallo, invidiosi della ricchezza raggiunta dalla villa. Nota è la presenza di una scuola, infatti questa viene citata sul finire del secolo per una disputa risolta dal Consiglio di Stato, che aveva licenziato il maestro per motivi disciplinari, chiudendo per un periodo il servizio. Un nuovo edificio scolastico è costruito nel 1913 e nel 1961, la popolazione è incrementata a tal punto che viene creata una nuova parrocchia, con sede ovviamente nella chiesa. Molto sentita era la festa, che raccoglieva le popolazioni limitrofe la seconda domenica dopo la Pasqua.
Il cuore della frazione è raggiungibile percorrendo la strada provinciale della Valmenocchia, a pochi chilometri dalla statale Adriatica, che passa lungo la linea costiera di Cupra Marittima. Un rettilineo si distacca dalla strada principale, attraversando un breve tratto di pianura circondata da vivai, prima di risalire al cospetto della chiesa circondata da un parco recintato. Dall'altro lato della strada si trova un lungo e stretto edificio, piuttosto singolare ed interessante, diviso in varie proprietà e con diversi stati di conservazione. Nella sezione centrale, probabilmente la più antica, si trova un bel loggiato, all'estremo meridionale si vede una parte più recente e sopraelevata di un piano. Già dall'inizio della strada si nota la presenza della fonte monumentale, posta alla base di un palazzone di inizio novecento ed affiancata da un'edificio più antico, ormai ridotto a rudere. Proseguendo per le svolte della strada si vedono le ultime case contemporanee, altre puntellano la pianura circostante, quasi interamente lavorata, come si risale verso la collina compare la presenza di vigneti e macchie boscose.

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