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Arquata del Tronto

Comune di

Arquata del Tronto
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Splendida località immersa nel verde, ai piedi del Monte Vettore, al confine dei due Parchi nazionali, del Gran Sasso e Monti della Laga e quello dei Monti Sibillini, vi si respira una splendida aria montana, e vi si beneficia di meravigliose viste su boschi e corsi d'acqua; è ornata inoltre da numerosi luoghi suggestivi, la Rocca di Arquata, la graziosa Trisungo, attraversata dal Tronto e le stazioni sciistiche di Forca Canapine e Forca di Presta.
Il comune di Arquata vanta una storia millenaria: l'importante carta militare peutingeriana, risalente ai primi secoli d.C., identificherebbe la zona come la città di Surpicanum, centro sabino e in seguito avamposto romano, posta tra le stazioni di Ad Martis (Tufo) e Ad Acquas (Acquasanta Terme). All'epoca, la via del sale, proveniente da Truentum, rendeva questi luoghi fortemente trafficati; una pietra miliare conservata oggi a Trisungo racconta di una ristrutturazione della strada consolare in età augustea.
In periodo medievale subisce le invasioni longobarde, che si spinsero sino a Spelonga, in seguito soggetta al passaggio di Carlo Magno, diretto a Roma per la sua incoronazione, viene citata appunto nelle cronache di questo viaggio. Il Comune di Arquata si mantiene autonomo dall'XI al XV secolo, quando come epilogo di lunghe contese con Ascoli, Norcia ottiene la Rocca grazie alla volontà di Papa Martino V. In realtà le contese continueranno sino al 1554, quando il papato di prenderà la briga di amministrare direttamente questi luoghi.
L'alto valore strategico del sito era determinato non solo dal trovarsi a ridosso della Salaria, ma anche dall'essere uno snodo cruciale delle vie di comunicazione tra Marche, Umbria e Abruzzo. In questo periodo, posta al confine dello Stato Pontificio, cresce di importanza e beneficia del privilegio di esigere il pedaggio di chi transitava sulla Via Salaria; ciò contribuiva a mantenere efficiente la Rocca.
Nel 1571 Spelonga assiste alla partenza di un consistente numero di abitanti, alla volta dell'imponente battaglia di Lepanto. Sotto Napoleone, con la Restaurazione, viene incorporata alla delegazione di Ascoli Piceno.
Vi pernotterà Giuseppe Garibaldi nel 1849.

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