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Splendido esempio di città ideale edificata in pieno periodo illuminista, impreziosisce la riva meridionale dell'Aso a sostituzione dell'antico castello fermano abbandonato e sito più in alto, a guardia della vallata. Durante il XVIII secolo una serie di fenomeni franosi aveva interessato il castello vecchio di Servigliano e già dal 1758 si erano effettuate operazioni di contenimento, la soluzione non resse a lungo e presto la situazione peggiorò a tal punto che fu necessaria l'evacuazione di parte della popolazione che a gran voce chiedeva una soluzione al governo pontificio. Fu contattato dalla Congregazione di Governo l'architetto ed ingegnere romano Virginio Bracci che nel 1769 aveva fatto dei sopralluoghi della frana e del luogo dove sarebbe sorto il nuovo insediamento. Su interessamento dell'Arcivescovo di Fermo, il Cardinale Urbano Paracciani Rutili, che suggerì anche ai serviglianesi il nome "Castel Clementino" in onore del pontefice che nel 1771 approvò il progetto di Bracci ed il cambio di sede del paese, si diedero quindi inizio ai lavori, Servigliano Vecchia venne sgomberata e gli abitanti furono sistemati provvisoriamente nei paesi vicini. Per la realizzazione del nuovo insediamento venne scelto dall'architetto il campo detto “della fiera” che si trovava nella piana sotto il castello davanti al convento di Santa Maria del Piano espropriandolo ai frati. Il progetto prevedeva un insediamento quadrato di 137 x 144 metri con tre porte ed una piazza principale dove si affacciavano la chiesa, il palazzo comunale e quelli dei nobili cittadini, richiamandosi alle città ideali rinascimentali, secondo le più moderne tendenze illuministiche. Il pontefice muore nel 1774 lasciando a Papa Pio VI, suo successore, l'onere di completare i lavori, nel 1777 sebbene manchi ancora il palazzo comunale e sia stato costruito soltanto il perimetro e parte delle abitazioni, i primi paesani si insediano in paese. Intanto gli uffici comunali erano stati trasferiti in alcuni ambienti presi in affitto dal convento e qui rimarranno fino alla costruzione del nuovo municipio, completato in un secondo momento. A memoria dell'opera viene battezzata una porta con il nome di Pio VI e qui murata una lapide che inneggia al suo operato, un altro accesso viene dedicato a Papa Clemente XIV con relativa lapide in onore dell'inizio dei lavori di Servigliano.
Gravi saranno le vicende che investiranno il paese durante l'occupazione armata dei francesi e l'istituzione della Repubblica Romana nel 1799 con la cessazione della precedente autorità pontificia. In paese erano sorte delle cellule di resistenza al nuovo governo filo francese, capeggiate dal serviglianese Conte Clemente Navarra, brigadiere dell'esercito napoletano di Re Ferdinando IV, che riunendo le forze disponibili si diede alla macchia nei pressi del Castello Vecchio tentando di sollevare la popolazione contro gli invasori d'oltralpe. Nonostante il parere contrario di alcuni prudenti come il parroco della Curetta, il brigadiere fa diramare un proclama dove esorta l'intero Piceno a sollevarsi e ripristinare le antiche istituzioni pontificie, i francesi però non fecero attendere la loro reazione e da Fermo viene inviata una guarnigione a sopprimere la rivolta. Partiti dal capoluogo si diressero lungo la piana dell'Aso fino alle piane di Falerone, reclutando forzosamente ogni malcapitato che si trovava a incrociare le truppe, si diressero quindi all'assalto del mulino di Servigliano dove trovarono alcuni insorti compreso il figlio del Navarra. Presto espugnato gli occupanti vennero trucidati compreso il Navarra mentre tentava disperatamente la fuga, i francesi si diressero quindi verso Santa Maria del Piano e iniziarono l'assalto al perimetro cittadino. Preso il paese le truppe si diedero al saccheggio nel borgo ormai deserto, accanendosi specialmente contro il palazzo del Navarra, furono anche compiute ruberie nelle campagne limitrofe e ci furono rastrellamenti di diversi paesani sospetti di simpatie antifrancesi. Durante il tempo dell'occupazione francese era stato istituito il Dipartimento del Tronto nel cantone di Petritoli che perdurò fino alla successiva restaurazione quando entrò nella Delegazione Apostolica di Fermo.
Nel 1846 veniva costruito il grande ponte sul Tenna che la collegava alla dirimpettaia Falerone. Riunita l'Italia Servigliano accetta controvoglia il nuovo regno in quanto da sempre simpatizzante per il papato e nel 1863 il paese ritorna all'antica dicitura Servigliano.
Nel 1908 diventa attiva la ferrovia Fermo-Amandola che passa anche per il paese dando nuovo impulso all'economia. Con la Prima Guerra Mondiale il paese vede edificato a poche decine di metri dalle sue mura, lungo la strada che porta verso Amandola, il campo di prigionia, qui vengono ospitati i prigionieri di guerra per lo più appartenenti all'impero austroungarico, alloggiati fino al 1919. Il campo fu riaperto durante la Seconda Guerra, dapprima come campo di prigionia per i militari catturati, poi, dopo l'armistizio, come campo di raccolta per gli ebrei destinati allo sterminio in Germania. A guerra finita vi furono ospitati i profughi in fuga dalle ex colonie dell'Istria e della Dalmazia.
Nel dopoguerra si assiste a un grande sviluppo civile e industriale lungo tutta la piana del Tenna che investe anche Servigliano, oggi i nuovi quartieri hanno circondato l'antica città ideale senza comunque offuscarne il fascino. Da qualunque porta si decida di entrare ci si trova nel perfetto ed ampio tessuto stradale della cittadina che conduce alla centrale Piazza Roma dove si stagliano le facciate della Collegiata di San Marco e del Municipio e si affaccia anche il piccolo parco col monumento ai Caduti. Tra Porta Pia e Porta Clementina corre Corso Navarra che passa anche per la facciata del palazzo del famoso brigadiere; via Luigi Veccchiotti collega la piazza a Porta Santo Spirito e qui sono edificate le residenze dei nobili che vivevano in paese come palazzo Monti o palazzo Filoni. Lungo il perimetro delle mura vivevano i popolani con le loro caratteristiche abitazioni a due piani, si rimane impressionati dalla razionalizzazione delle unità abitative e dei numerosi spazi aperti che la rendono ancora oggi un luogo a misura di persona.
Servigliano si riempie di gente durante le numerose manifestazioni, soprattutto estive, come la famosa Giostra dell'Anello che la rendono meta turistica d'eccellenza nell'entroterra fermano.

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