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Nacque ad Atri nel 1727 e fu primogenito dei coniugi Feliciano Fedeli e Maria Nicoletti, originari di Rocchetta di Camerino nel maceratese, successivamente trasferitosi in Abruzzo per motivi lavorativi. Alcune fonti riconducono alle orme paterne l'arte dell'organo, si pensa che il padre lo introdusse a questa professione già dall'adolescenza. Infatti, nella chiesa di Santa Maria di Norcia, è ancora conservato un organo, probabilmente risalente ad uno dei primi lavori con il genitore, datato 1743, quando il Fedri era ancora sedicenne. Si sposò appena ventenne, con la cugina Bartolomea, da cui ebbe due figli: Emidio e Damaso, anche loro seguiranno la professione di costruttori di organi ma avranno diversi dissidi con il padre, per motivi poco chiari. Il lavoro come artigiano permise a Fedri di spostarsi continuamente, si sa che nel 1757 svolse maggiormente attività nel centro Italia; operò a Rieti, ad Ascoli Piceno, a Civitella del Tronto ed infine ad Atri. Con il tempo e l'incremento dei lavori, divenne uno tra i più abili artigiani della costruzione di organi, le opere che portano il suo marchio sono almeno una trentina, se ne menzionano alcune tra le più importanti: nella Chiesa di Santa Chiara a Rieti del 1748, nella Cattedrale di Sulmona del 1751, nella chiesa di Sant'Angelo Magno ad Ascoli Piceno risalente al 1754 e di Sant'Agostino a Teramo del 1767. Spentasi prematuramente la prima consorte, Fedri si risposò con la rietina Maria Leoni, che gli diede sei figlie. Interessante curiosità è il continuo cambiamento del cognome durante il corso della sua esistenza, ignoti sono i motivi, in quanto non vi è traccia delle ragioni che lo spinsero a questi cambiamenti, ma passò da Fedeli in Federi e poi infine a Fedri. Dagli studi è stato appurato che il suo nome seguito da questi diversi cognomi, conferma ed identifica, lo stesso artigiano. Il cognome Federi compare nel 1752, quando ad Ascoli Piceno si dedicò al restauro dell'organo risalente al XVI secolo della Cattedrale di Sant'Emidio. Nel 1797, dopo una vita di continui spostamenti, si ritirò nella sua città natia, dove si spense nello stesso anno. I suoi discendenti portarono avanti quest'arte, per un arco di tempo che va dalla prima parte del Settecento, fino agli inizi del XX secolo.







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