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Nasce a Teramo nell'aprile del 1937. Dopo il ciclo primario di studi, consegue il diploma Magistrale e nel 1958 anche l'abilitazione ISEF per l'insegnamento sportivo; si trasferisce a Roma dove svolge la professione di docente di educazione fisica in varie scuole statali. Grazie alla sua naturale predisposizione allo sport, Sardella da giovane pratica numerose attività in varie discipline sportive, come il calcio, l' atletica leggera, la ginnastica e il tennis. Diventa in seguito per una stagione preparatore atletico di un'importante società calcistica in Lombardia; il ciclismo fu una sua grande passione per molti decenni. Ma le sue poliedriche doti lo portano a diventare un cultore e testimone della letteratura delle terre abruzzesi, fu autore di numerose opere sia in dialetto teramano che in italiano, tra il 1978 e il 2012. Si cimentò anche nella pubblicazione di un dizionario dei termini dialettali e dei proverbi. La sua vena artistica spaziò nel corso degli anni pure nella pittura: ritrasse angoli più caratteristici della sua città natale, Teramo, con acquarelli molto suggestivi raccolti in tre volumi, tra il 1987 e il 2005. Fu anche autore di testi in vernacolo, canzoni poi musicate ed incise dal Coro Giuseppe Verdi di Teramo. Negli anni Settanta ed Ottanta partecipò a trasmissioni televisive regionali riguardanti tematiche sociali e di approfondimento culturale, sempre in quei decenni fu membro di commissioni giudicanti di premi di poesie dialettali. Nel 1987 fondò l'associazione Teramo Nostra. Nel 1995 il presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, nomina Alfonso Sardella Cavaliere della Repubblica, massimo riconoscimento per i suoi innumerevoli ruoli svolti nella sua carriera letteraria ed artistica. Sempre nella sua città natale riceve l'ambito premio Paliotto d'Oro dalla Fratellanza Artigiana come cittadino illustre. Si spegne prematuramente nel gennaio del 2010. Un anno dopo, nel 2011, la figura di Alfonso Sbardella è stata ricordata a Teramo da numerosi relatori, tra cui il Prof. Elso Simone Serpentini, che definisce testualmente Sbardella: " il più grande poeta dialettale teramano, e uno dei massimi poeti abruzzesi".
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