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Il piccolo castello di Torchiaro, infossato nella valle del torrente Cosollo tra le splendide scenografie della campagna ponzanese, ancora conserva parte della cinta muraria edificata nel corso del medioevo.
Le mura che vediamo oggi risalgono al XV secolo, quando era un castello sottomesso al Comitato di Fermo. Nei secoli ha subito infatti diversi assedi e relative ricostruzioni e restauri: si ricorda quando nel 1415 Carlo Malatesta, in guerra col signore di Fermo: Ludovico Migliorati, prese a cannonate le mura e una volta penetrato nel paese lo saccheggiò e lo diede alle fiamme. Qualche decennio dopo, nel 1443 con Francesco Sforza al governo della marca, la cinta viene messa a dura prova dalle truppe aragonesi, quando il Re di Napoli Alfonso V cercava di spodestare la tirannia sforzesca. Riaggiornata fino al XVI secolo, nei periodi successivi non ebbe più importanza rilevante ai fini della sicurezza del paese e venne dismessa o riutilizzata nelle nuove espansioni abitative.
Il perimetro a forma poligonale era protetto da diverse torrette oggi perdute, meglio conservata è la porzione settentrionale della cinta, qui si trovano i resti della torre angolare, che oggi fa la guardia alla strada che sale alla piazza paesana. La fortificazione presenta una leggera scarpatura alla base ed una sulle pareti, che su un lato ospita una fontana, ed è piuttosto rimaneggiata e mancante della parte superiore modificata durante la trasformazione in struttura civile. La torre presenta comunque ancora tracce di una finestra ad arco nella parte superiore e le tracce di una feritoia poco sopra la fontanella, le mura che si raccordano ad essa nel lato nord sono ancora munite della grande scarpa che si va perdendo continuando verso meridione dove la cinta volge verso sud. Qui le mura sono state sostituite da una lunga balconata che si affaccia sulla campagna ed offre una comoda passeggiata fino alla porta castellana; affacciandosi dal balcone nei suoi pressi si possono scorgere in basso le fondamenta con la scarpatura delle muraglie che formavano uno stretto angolo ricollegandosi al torrione nei pressi della piazza.
Le case che vi sono state costruite sopra non permettono di vedere chiaramente l'andamento della cinta ma varie tracce dell'opera difensiva che spuntano tra l'abitato impreziosiscono questo silenzioso paesino marchigiano.

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