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Placidamente adagiato su un basso crinale a mille metri di altitudine, circondato dalle alture che fanno da sfondo alle sorgenti del Tordino, in una zona conosciuta già dal 1029 secolo con il nome di Corte, probabilmente perché sede di una di queste istituzioni rurali tipiche dell'alto medioevo. Dal documento dove la troviamo citata sappiamo che in quell'anno vennero donati diversi beni nell'area alla diocesi teramana da alcuni membri della famiglia dei Teutoneschi, ricchi nobili locali. Nel 1134 viene menzionato l'insediamento chiamato Cortina in un'altra donazione, sempre al vescovo di Teramo, mentre nel XIII secolo gravitava nei feudi del Castello di Scalelle, del quale oggi si sono perse le tracce. Nel XV secolo entra a far parte dell'Università della Montagna di Roseto, che poi passerà in mano agli Acquaviva d'Atri, nel secolo successivo ci sarà l'esplosione del brigantaggio che in questa vallate partorirà molti tra i più famosi personaggi legati al fenomeno. Ricordiamo Ciccotto di Cortino, caporale scappato dalla rivolta di Messina e che, tornato in patria, si dà alla macchia, nel 1683 viene tradito da un famoso brigante, Titta Colranieri che lo fa arrestare ed infine è condannato alla decapitazione. Nel XVII e XVIII secolo si regista la presenza in paese della Confraternita del Rosario.
Il terremoto di Amatrice del 1703 danneggia l'abitato ma peggio andrà al vicino villaggio di Zingano che viene distrutto e i sopravvissuti si trasferiranno proprio a Cortino.
Dopo l'estinzione della dinastia degli Acquaviva l'Università di Roseto passerà nel 1776 al Regio Demanio fino alla fine del secolo. Nel 1799 i Francesi, accorsi per appoggiare i numerosi moti scoppiati nel Regno, presto saranno ricacciati dall'esercito Sanfedista che ripristinerà la monarchia nuovamente sconfitta da Napoleone nel 1806, abolendo la feudalità; due anni dopo è Re di Napoli Gioacchino Murat che darà avvio a una serie di riforme territoriali. Nel 1813 vengono abolite le Università e viene creato il Comune di Roseto che ha breve durata perché tre anni dopo cessa di esistere e viene sporzionato in due municipi più piccoli, Cortino risulterà capoluogo di uno mentre l'altro sarà stabilito a Crognaleto. Con la Restaurazione la situazione rimarrà invariata ma nel 1861 viene unita l'Italia e si vivranno gli ultimi episodi di brigantaggio nelle montagne contro i soldati piemontesi che alla fine sedarono le rivolte.
Una curiosità viene da una mappa del 1886 quando viene segnata come Cortino di Roseto, ultima traccia della storia della scomparsa Università, un tempo centro dell'amministrazione locale. Nella prima metà del XX secolo la sede comunale viene trasferita a Pagliaroli, più vicina a Teramo e quindi il paese rimane capoluogo solo di nome.
Nel dopoguerra anche questo territorio registra l'ondata di emigrati che colpisce i paesi dell'Appennino, ma i legami col paese d'origine vengono mantenuti e l'attaccamento permette a Cortino di essere un paese piuttosto popolato nel periodo estivo sebbene l'ultimo terremoto si sia fatto sentire anche da queste parti e abbia lesionato alcuni edifici.
La strada provinciale delimita un lato della piazza dove si alza la facciata della chiesa di Santa Maria Assunta che dà il benvenuto al visitatore. Il paese si estende lungo la via principale che dalla parte alta scende lungo il crinale fino alla parte inferiore abbastanza pianeggiante, dove si trova una seconda piazza, fino a uscire dall'incasato. In alto si trovano alcuni palazzi delle famiglie benestanti e la bella fonte del paese, piuttosto rimaneggiata; oltrepassata Santa Maria si scende affiancando la chiesa, serpeggiando tra le varie abitazioni, alcune abbandonate altre ristrutturate o restaurate conservando il fascino del posto. Proseguendo si arriva alla pianura inferiore e vi si incontra la chiesetta sconsacrata di San Gaetano, poco più in là c'è Piazza Roma dove una strada scende per il boscoso fondovalle, da qui continuando lungo la via maestra o scendendo per la scalinata all'angolo si raggiunge l'ultima parte del paese, più ricca di abitazioni. Nelle altre due vie parallele a quella principale si trovano alcuni interessanti esempi di edilizia locale, come un bel palazzetto con annessa colombaia e a poca distanza un altro con un bel loggiato, curiose le tipiche architravi con le facce baffute scolpite nell'arenaria.
Purtroppo la scarsità di attività ricettive e commerciali nel centro storico aggrava il senso di abbandono nonostante il formidabile scenario nel quale Cortino si colloca sia tra i più interessanti del teramano rendendolo un'ottima meta in ogni stagione.

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