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Lungo la strada provinciale che da Sant'Egidio prosegue verso le pendici del Monte Piselli fino a raggiungere Villa Lempa, sorge il moderno abitato di Faraone, costruito a seguito dell'abbandono di Faraone Vecchia. Con i terremoti del 1943 e del 1950 il vecchio paese era stato danneggiato, mentre il fronte sud dell'incasato cominciava ad essere lambito da frane e smottamenti. Invece di restaurare l'antico borgo si decise di costruirne uno nuovo ed a seguito del decreto del 23 febbraio 1952, il presidente della Repubblica dell'epoca, Luigi Enaudi, concesse alla popolazione il trasferimento nella nuova sede. Scelti gli appezzamenti pianeggianti poco distanti l'ingresso di Faraone Vecchia, gli abitanti cominciarono a colonizzare il nuovo insediamento, che sorse anche grazie all'interessamento di Don Giovanni Reali, parroco dell'epoca, che molto fece per ottenere diversi contributi pubblici. Faraone vecchia viene quasi del tutto abbandonata qualche decina di anni più tardi, mentre nella nuova frazione si andavano completando la chiesa di San Vito, inaugurata nel 1958, e le altre strutture essenziali come le scuole e l'ufficio delle poste. Le case sorsero lungo una griglia piuttosto regolare di larghe strade, che ha come centro la parrocchiale e la piazza dedicata a San Felice, attorniata anche da alcuni palazzi pubblici; intorno trovano spazio le variegate villette moderne degli abitanti.

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