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Era figlio di un casato di modesti signori di campagna, anche se di nobile ed antico lignaggio. Nacque a Montefiore tra il 1240 e il 1250, e quasi sicuramente prese l'abito dei francescani nel convento del suo paese nel 1248, 22 anni dopo la morte di S Francesco.
Studiò grammatica, teologia e filosofia, e grazie alle sue notevoli capacità di studioso fu scelto per essere inviato a Parigi dove si distinse tra i suoi colleghi ed ebbe l'onore della laurea.
Rientrato a Roma assunse la carica di "Penitenziere papale" oltre che lettore.
I suoi legami con le Marche, sua terra d'origine, non vennero mai interrotti tanto che nel 1292 fece costruire, nella chiesa di S.Giovanni Battista a Fabriano, una cappella dedicata al santo.
Nel corso del pontificato di Bonifacio VIII (1230-1303) fu eletto cardinale il 2 Marzo del 1300 e fu incaricato di dirimere, in qualità di giudice, molte controversie portate davanti alla curia e di provvedere alla concessione di benefici.
Ormai nelle grazie del pontefice, gli fu affidato l'ufficio di penitenziere maggiore, il più antico dicastero e il primo dei tribunali della curia romana. Partecipò al conclave in Vaticano nel quale fu eletto papa Benedetto IX (1240-1304) che morì pochi mesi dopo dalla sua elezione.
Nel conclave immediatamente successivo svoltosi a Perugia, Gentile non volle dare il suo voto a colui che sarebbe diventato Clemente V (1264-1314).
Come è noto, appena questi apprese la notizia della sua elezione, non venne in Italia ma radunò i cardinali a Lione per assistere ed adempiere alla sua incoronazione. Nel corso del viaggio verso la Francia, il Partino si fermò prima a Firenze e poi a Lucca, raggiungendo la Curia solo nel gennaio del 1306.
Con la bolla papale dell'8 agosto 1307, Clemente nominò Gentile “Legato Apostolico in Ungheria” , con giurisdizione anche sulla Polonia, la Croazia, la Serbia e la Galizia, poiché il papa francese aveva deciso di riprendere la politica diplomatica già avviata dai suoi predecessori con l'intento di assicurare il trono alla dinastia degli Angiò.
Oltre a riorganizzare e disciplinare il clero, aveva operato per la difesa della proprietà ecclesiastica e del clero, rinnovando le ordinanze stabilite a suo tempo dal suo predecessore.
Tornato in Italia, Clemente V fu così soddisfatto del lavoro svolto che gli affidò il trasporto del tesoro pontificio, conservato ad Assisi. Nel corso del trasferimento del prezioso carico Gentile giunse a Lucca dove però si ammalò e morì il 27 ottobre del 1312.
Su disposizione del defunto il corpo fu trasferito ad Assisi e sepolto nella cappella di S. Ludovico (ora Santo Stefano) che Gentile aveva fatto erigere assieme alla cappella di S. Martino nella chiesa inferiore di S. Francesco.

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