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Si trova nel margine settentrionale dell'abitato di Peracchia, nei boschi di Acquasanta Terme.
Qui le case lasciano spazio ai pochi orti e terreni coltivabili, attraversati da un sentiero che si perde nei boschi, inerpicandosi per la montagna. Uno dei due edifici sacri della frazione, testimonianza della numerosa popolazione di un tempo, l'altro è dedicato a Sant'Antonio ed è eretto quasi un secolo più tardi. Viene costruito da Bartolomeo Berardi nel 1394, sui terreni dipendenti dai canonici lateranensi, gestori di diverse proprietà nel territorio di Quintodecimo. Negli atti notarili, sono testimoniati numerosi lasciti e donazioni da parte della popolazione locale, per tutto il corso del XV secolo. Sempre dalle testimonianze dell'epoca, sappiamo che le chiese di Peracchia e di Capodirigo, sono spesso amministrate dallo stesso rettore. Si effettuano dei lavori nel 1587, per opera del maestro lombardo Jacopo della Piazzia, altri interventi nel 1590 eseguiti da un maestro lombardo chiamato Stefano, su supervisione di maestranze locali. Tradizione vuole che vi si custodisce una piccola statua della Madonna, considerata miracolosa dalla popolazione. Come prova, si narra che un viandante di passaggio per Roma, scherza sulle dimensioni della statuetta e subito il suo cavallo imbizzarrito, inizia a correre lungo lo scosceso sentiero. L'uomo inizia a pregare la Madonna ed all'improvviso, il cavallo torna calmo, quindi per ringraziare del miracolo, il viaggiatore devolve somme di denaro alla chiesa, che viene dotata anche di sacrestia. Finisce in stato di semi abbandono nel corso del novecento, in concomitanza con la forte emigrazione che ha caratterizzato il periodo. Danneggiata durante i terremoti iniziati nel 2016, ad oggi si attende il restauro.
Realizzata in pietra arenaria, sono distinguibili i vari interventi di risistemazione nel tessuto murario, più regolare nel basamento, dove compare anche una pietra con incisa una data. Si trova rialzata rispetto alle altre case, un terrapieno con una scala sulla cima permette di guadagnare l'ingresso. La struttura ha pianta rettangolare, con un semplice portale incorniciato in pietra, poco sopra si apre una piccola finestra rotonda, messa al centro della facciata. Si nota una pietra bianca posta sopra l'accesso, ricorda la proprietà lateranense della chiesa. Il piccolo campanile a vela è poco visibile, si trova nell'angolo destro, del retro, di tipologia a vela, ha lo spazio per contenere una sola campana. L'interno a navata unica, è separato longitudinalmente da un grande arco, le pareti sono intonacate ed imbiancate. Due finestre strombate illuminano l'area presbiteriale, qui ci sono due altari, il primo rivolto verso la platea ed il secondo, precedente alle direttive del Concilio Vaticano II, rivolto verso il muro. Al di sopra, incassata nella parete si trova una nicchia che custodisce il tabernacolo, un'altra vuota si apre sull'angolo a destra, in alto al centro spicca un crocifisso ligneo. Il tetto con copertura di tegole, è sorretto da capriate in legno lasciate a vista.

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