Il suggestivo Santuario della Madonna dell'Ambro è ubicato a 658 m. di altezza ed immerso nel verde dello scenario del Monte Priora (2232 m.s.l.m.) nel territorio di Montefortino. Le prime fonti che attestano il luogo sacro si basano su di una "chartula domnationis" risalente al X-XI secolo, in cui si certifica che due componenti dei Conti Adelberti, di sicura discendenza longobarda, uno Rolando, abate di S. Vincenzo e Anastasio di Amandola, e suo fratello Alberto, donano nel 1073 alla chiesa della Vergine Santissima dell'Ambro, edificata dai loro antenati e appartenente ai monaci dell'abbazia di Sant'Anastasio, circa 200 ettari di terra con coltivazioni di vigne, oltre che di selve, mulini ad acqua e pascoli. A partire dal 1185 vi sono ancora documentazioni che attestano l'amministrazione del complesso architettonico da parte dei Conti Bonifazi, che nominano il rettore e confermano ulteriori donazioni sia nel territorio di Montefortino che di Montemonaco. Nei secoli seguenti il Santuario è ancora sotto la giurisdizione dell'abbazia di Sant'Anastasio che termina nel 1550, quando il luogo di culto passa sotto la guida del comune di Montefortino, che ufficializza l'importante evento nel 1562 con una cornice imponente di popolo: in quell'occasione verrà sostituita l'immagine della Vergine con una statua policroma di terracotta, opera di scuola abruzzese.
Architettonicamente l'aspetto della struttura è completamente differente dal progetto originale; l'attuale costruzione del santuario è un rifacimento della prima metà del XVIII secolo, ad opera del'architetto Ventura Venturi. L'ampliamento del convento, i restauri della facciata e del campanile risalgono agli inizi degli anni Settanta del Novecento. L'interno, ad unica navata, comprende sei cappelle laterali e il presbiterio che ingloba la costruzione dell'originaria Cappella del 1595. In essa è custodita, dentro una nicchia, la statua policroma della Vergine, collocata fin dal 1562 su di un baldacchino dorato, attribuito a Martino Bonfini, artista poliedrico che, quando viene ingaggiato dai monaci del santuario, è all'apice della sua carriera. Egli suddivide lo spazio con un ciclo di affreschi realizzati tra il 1610 e il 1611; le raffigurazioni connotano i momenti principali della vita di Maria: nella parte di destra la "Circoncisione" con la sovrastante "Visitazione", mentre a sinistra vi sono le figure della "Presentazione di Maria al tempio" e lo "Sposalizio della Vergine". Nella cortina contrapposta all'effige di Maria, Bonfini dipinge il "Riposo della Sacra Famiglia", sulla volta invece viene descritta "L'Assunzione al cielo". Negli altri spazi vi sono le rappresentazioni di immagini di Sibille, sovrapposte e di Profeti con Mosè e Salomone a destra Geremia e David a sinistra. Sopra all'altare maggiore vi è posta la tela della "Annunciazione" di Domenico Malpiedi di San Ginesio, del 1634, che decora anche parte delle cappelle di destra, nella prima vi sono le figure delle Sante Anatolia e Vittoria, in quella dedicata a Sant'Antonio abate, Malpiedi realizza anche gli stucchi alle pareti; attribuita alla stesso artista anche la cappella costruita dalla famiglia originaria di Amandola dedicata a S.Michele Arcangelo. Sempre all'interno vi sono custodite una tela con la raffigurazione della "Madonna con Bambino" e Sant'Antonio di Ubaldo Ricci, pittore seicentesco di Fermo; nel secondo altare eretto tra il 1613 e il 1624 vi è una tela con figura de "l'Angelo e Tobiolo", di autore ignoto, della prima parte del XVIII secolo. Nelle altre cappelle laterali spiccano una "Madonna dei pellegrini", donata da Fortunato Duranti, pittore e collezionista d'arte di Montefortino, sulle pareti un "Martirio di S.Andrea" cui si contrappone a destra la "Vergine tra i Santi Giovanni Evangelista e Francesco", datata seconda parte del Settecento. Di arte moderna sono le altre decorazioni, opera di Vincenzo Parodi del 1928 con "L'Apparizione della Vergine alla pastorella Santina", che tradizione popolare vuole legata a questo luogo sacro. Sulla parete vi è la cosiddetta "Regina della Pace" con al centro la Madonna e papa Benedetto XV con figure di reduci di guerra; la decorazione della volta è contrassegnata da raffigurazioni delle donne dell'Antico Testamento, mentre nelle formelle spiccano gli stemmi dei pontefici che hanno avuto a cuore le sorti di questo Santuario, mentre nei tondi vi sono ritratti i quattro Evangelisti.
Cenni storici ed artistici tratti dalla pubblicazione: Borghi da scoprire ... Tesori delle Marche Meridionali Volume 1. Di Mario Antonelli. Ferruccio Scoccia. Settimio Virgili. 2017.
Autore: Mario Antonelli - Ferruccio Scoccia - Settimio Virgili
Titolo: Borghi da Scoprire... Tesori delle Marche Meridionali Vol. I
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