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Piccola chiesetta nella campagna di Monteleone di Fermo.
Punto di riferimento della contrada, identificata con lo stesso titolo della chiesa, a poca distanza dalla strada provinciale che scende lungo la valle dell'Ete Vivo. Nel medioevo esisteva già una chiesa dedicata alla madonna lauretana, la sua posizione è ignota e dalle poche indicazioni, si sa che si trovava lungo la strada per Fermo. Nel 1448 è nominata nel testamento di tale Menicuccio da Monteleone, che dispensa lasciti per le chiese di San Maroto e San Giovanni, dove infine si fa seppellire. Forse l'edificio è ancora in piedi durante la prima visita apostolica, effettuata da Monsignor Maremonti nel 1573. Il culto della Madonna di Loreto è molto sentito nella comunità monteleonese, a partire dal XVI secolo sono segnalati diversi pellegrinaggi, organizzati dalle autorità municipali e dalle confraternite. L'attuale chiesa si deve alla famiglia Beni, possidenti e nobili locali che vantano diversi sacerdoti, proprietari alcuni terreni in questa zona nel XVII secolo, al tempo chiamata contrada Asperici. Nel 1663 uno dei suoi membri, Federico, decide di erigere la nuova chiesetta nei suoi terreni, donandola al santuario della Santa Casa l'anno seguente, insieme ad altre terre nella vicina contrada Fonte Barocco. Alcuni documenti danno una descrizione della chiesetta: possiede quattro finestre, un ingresso laterale, un portico sul davanti ed una campanile munito di campana. Nel XX secolo le proprietà circostanti sono acquistate dalla famiglia Cutini mentre oggi la chiesa è proprietà del comune. Viene risistemata nel 2010 ripulendola dall'intonaco esterno e dal 2022, è stata ritenuta bene di interesse storico.
Dalle dimensioni piuttosto contenute, ha un perimetro rettangolare ed è costruita in mattoni e pietra arenaria, soprattutto nella parte del basamento. Questo è più spesso rispetto al muro in mattoni che gli si appoggia sopra, con il quale si raccorda con un cordolo curvilineo, sempre in laterizio. La facciata è suddivisa da due semipilastri sporgenti dagli angoli ed altri due, che fiancheggiano il portale. L'ingresso è piuttosto semplice, al di sopra è affissa una targa in arenaria, a riportare le volontà del fondatore, il suo stemma e la data della costruzione. Due finestrelle si aprono ai lati della facciata mentre una terza è aperta tra le due lesene, un'altra piccola apertura si trova poco sotto il campanile, nell'angolo posteriore della chiesa. Ospita una piccola campana ed è l'elemento architettonico meglio decorato, con un timpano triangolare piuttosto elaborato rispetto al resto. Lungo la linea del tetto corre una fascia ornamentale con mattoni disposti a dente.
Spoglio è l'interno e senza alcuna decorazione pittorica o plastica, in basso un semplice pavimento in cotto ed in alto si nota la presenza di un tetto di costruzione contemporanea. Il presbiterio è leggermente rialzato, ospita un solo altare con in fondo un tabernacolo, incassato nel muro ed un dipinto della Madonna Lauretana, con lo stemma dei Beni. Si segnala la presenza sia di una statua che di un quadro, testimonianza del culto locale di San Vincenzo Ferrer.

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