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Lunga scogliera artificiale, difende il fronte meridionale del porto di San Benedetto del Tronto. Costruita insieme al porto a partire dal 1919 e prolungato diverse volte, fino a raggiungere l'attuale lunghezza di quasi un chilometro, come il resto dello scalo venne pesantemente danneggiato durante la seconda guerra mondiale. Riparato e ampliato nel dopoguerra, è diventato negli anni una delle attrattive turistiche di maggior pregio della cittadina. Costituito da una lunga passerella percorribile sia a piedi che in bicicletta, si snoda fendendo il mare spingendosi al largo; la parte che dà verso il mare aperto è costituita da una serie di scogli dove si infrangono le onde. Su questi scogli si è cominciato, a partire dal 1997, a realizzare delle sculture grazie a "Scultura Viva", un'evento che invita gli artisti di ogni dove a contribuire con una loro opera. Da ricordare sono inoltre il monumento del 1986 dello scultore Mario Lupo al protagonista del romanzo dello scrittore e pilota statunitense Richard Bach: il gabbiano Jonathan Livingston. Non di secondaria importanza è l'altro monumento, realizzato da Genti Tavanxhiu nel 2006, dedicato a Monsignor Sciocchetti e al "San Marco", il primo motopeschereccio della marineria italiana, varato nel 1912 in questo porto. La punta estrema del molo è occupata dal semaforo di navigazione: da qui si può godere di una notevole panoramica sul litorale della "riviera delle Palme" e ovviamente sul mare aperto. Grazie alla particolare illuminazione non invasiva, che lascia spazio alla costa illuminate e alle fioche luci delle navi in lontananza, è percorribile in sicurezza anche di notte.

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