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Mariano nasce a Carassai nel 1775. Figlio di un delle più nobili famiglie del paese, che vantava antenati illustri nel ramo dell'avvocatura e della medicina, in giovane età il Pichelli perse entrambi i genitori e quindi entrò in seminario, dove crebbe sotto l'esperta guida di Don Giuseppe Lauratoni; al compimento dei venti anni diventò un eremita dei Camandolesi di Monte Corona.
Ordinato sacerdote dopo tre anni, Padre Mariano si distinse per le sue doti di umanità e dedizione. Nel 1803 fu nominato Maggiore del convento di Monte Giove a Fano, carica che era di grande responsabilità, ma quando Napoleone Bonaparte conquistò l'Italia emanò il decreto che eliminava tutti gli organi monastici, così Mariano, che era Priore, si trasferì nell'attigua abitazione del convento che gli fu concessa dalla nobile famiglia dei Conti Oddi di Perugia. Nel 1814 Paolo VII, dopo gli anni d'esilio, ritornò a Roma e tutti gli ecclesiastici fecero ritorno nelle loro sedi.
Il Pichelli riprese quindi le sue mansioni e, nonostante i tempi grami, il suo monastero riusciva comunque a mantenere in modo egregio, cercando sempre di sfamare ed alleviare le precarie condizioni della popolazione.
La sua condotta di vita, votata alla carità e alla saggezza, lo favorì ad assumere incarichi di responsabilità nel suo ordine e lo portarono ad avere contatti e amicizie con personaggi di lignaggio come il cardinale Lambruschini, Segretario di Stato con Gregorio XVI, il Cardinale Patrizi, Vicario di di Pio IX, e l'Arcivescovo di Fermo, Gabriele Ferretti.
Anche il sovrano del Regno di Napoli, Ferdinando II, chiese al Pichelli di benedire la sua famiglia.
Nominato all'età di 79 anni Maggiore della Congregazione, Padre Mariano si spense pochi mesi dopo per una febbre malarica. Di lui si ricorda ancora l'esempio di rettitudine saggezza e abnegazione, un'esistenza votata alla santità .

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