Borgo arroccato a ridosso delle alture sopra la Salaria e il fiume Tronto, qualche chilometro prima del capoluogo piceno. Sull'origine del nome si può fantasticare a lungo, forse deriva dalla morfologia del colle, simile appunto ad una pedana, oppure il nome deriva dal fatto che il borgo si trova ai piedi di qualcosa, forse dello scomparso castello del signore del paese.
Sorto all'ombra del castello di Acquaviva che si ergeva sulle alture sopra il borgo e nel medioevo dominava questa porzione della vallata, tra Pedana e Pantorano dove esisteva la contrada detta della Torretta, forse qui sorgeva la possente torre che i Normanni citano nel Catalogus Baronum quando trattano di queste terre. Segue il destino del feudo quando si sottomette nel 1185 al vescovo di Ascoli, più tardi sostituito dall'ascesa dello stato comunale ascolano. Nel XV secolo il feudo di Acquaviva era ormai decaduto e il centro amministrativo si era spostato a Giustimana, nel 1458 si legge invece che Pedana e Pantorano si erano costituite sindacato autonomo sotto il governo di Mozzano. Nel XVI secolo si vede dilagare per la montagna la prepotente presenza dei banditi ed in particolare di Marco Sciarra, il terribile brigante che ha tra i suoi temuti gregari Battistella di Monteguidone che si rifugia proprio a Pedana e qui sarà poi assediato dalle truppe del Cardinale Giustiniani, chiamato nel Piceno a contenere il brigantaggio. Il fenomeno continuerà a lungo, riesplodendo durante l'arrivo dell'esercito francese nel Piceno. Nel 1808 col napoleonico Regno d'Italia vengono sciolte le antiche istituzioni pontificie e il paese entra a far parte del municipio di Mozzano, salvo una breve parentesi in epoca murattiana quando viene annesso ad Ascoli, fino all'Unità d'Italia. Nel periodo postunitario rimangono vive le fiammelle degli insorti contro il nuovo Regno d'Italia e Pedana dall'alto del suo poggio assisterà alle loro gesta.
Nel XX secolo grazie alla vicinanza alla città evita l'abbandono e lo spopolamento, ancora oggi il paese è piuttosto frequentato e ben tenuto dagli abitanti.
Il piccolo borgo si allunga fino a raggiungere la chiesa della Madonna Lauretana che dall'alto della sua rupe domina l'antica strada consolare dalla quale, nei pressi di Ponte Pedana, si stacca una piccola strada che sale fino al paese. A causa delle piccole dimensioni del colle, l'abitato non ha potuto espandersi in maniera eccessiva e una sola via lo attraversa. Molto ben tenuto all'interno come lo sono anche le abitazioni, al centro di una minuta piazzetta c'è la fontana e qui si affaccia un grande casone padronale. Su un lato dell'edificio una piccola stradina scende nella parte bassa del paese fino a diventare una mulattiera ritornando verso la Salaria, forse la strada originale per il paese, parte in cui si trova ancora qualche casa circondata da numerosi e prosperi orti. La via principale prosegue attraversando un passaggio coperto che conduce dritto al sagrato della chiesa dove, tra le chiome degli alberi, si può vedere qualche scorcio della valle.
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