Unico accesso sopravvissuto della medievale cinta muraria di Sant'Elpidio Morico, opera molto interessante dal punto di vista architettonico. I vari rimaneggiamenti posteriori non hanno troppo stravolto i concetti difensivi che in essa si applicano, l'opera realizzata in muratura, è collocata nel settore occidentale del paese e vi si accedeva percorrendo una rampa che sale appoggiata alla forte scarpa delle mura castellane. Insieme alla rampa l'opera comprende la prima porta protetta da un rivellino e un grande torrione sulla cinta muraria rendendo quasi imprendibile il punto più vulnerabile delle difese castellane. Da qui saranno sicuramente passate le truppe di Rinaldo da Monteverde che, cacciato da Fermo nel 1378, occuperà alcuni castelli insieme al suo gregario Azzo degli Ubaldini tra i quali si registrava anche Sant'Elpidio. Altro evento da ricordare è l'assedio di Carlo Malatesta nel 1415, il condottiero inviato dal papato a spodestare Ludovico Migliorati, divenuto signore di Fermo qualche anno prima grazie all'appoggio dell'allora pontefice, Innocenzo VII, a cui era apparentato.
La prima struttura che si incontra è una bassa torretta detta rivellino che proteggeva la porta principale dalla foga degli assedianti. Alla base si può notare un cambiamento di colore dei mattoni e la sagoma di un piccolo edificio merlato, vestigia dell'antico rivellino che in seguito sarà inglobato nell'attuale torre; su di un merlo è possibile vedere l'incasso dove veniva posizionato lo stemma dei governanti di turno. Molto curiose sono le formelle decorate che ornano il portale d'ingresso, sulla chiave di volta si trova un simbolo, forse una croce, con una foggia singolare; ai lati si trovano le classiche roselline piuttosto comuni in molti edifici dell'epoca con ancora tracce delle colorazioni che le ornavano. Tra le due roselline alla sinistra del portale si nota inciso lo stemma di Ludovico Migliorati. Il rivellino nuovo è coronato da una serie di caditoie sui due lati esposti, purtroppo sono andati perduti i parapetti e le merlature, qui una finestra si apre, oltrepassato l'ingresso ci si trova in un piccolo spazio aperto dove si apre la seconda porta, probabilmente un tempo più strutturata ma oggi ridotta ad un solo arco aperto in un alto muro condiviso con il campanile della chiesa di Sant'Elpidio Abate. Nello spazio tra i due accessi, protetto dal solido torrione che chiude il passaggio, un gradevole balconcino si apre di fronte all'ultimo ingresso, si può vedere anche il retro del rivellino con la porta che permette di entrare nella struttura difensiva e le tracce di un muro crollato che forse la collegava alla torre.
Salite le poche scale ci si introduce nello splendido borgo in una delle sue piazzette più caratteristiche.
Se vuoi condividere questa scheda sui social, puoi utilizzare uno dei pulsanti qui sotto: