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Artista eclettica, Rakele Tombini lavora con video, fotografia, decorazione e scenografia, combinate in azioni performative. I suoi interventi si focalizzano con particolare attenzione e sensibilità sul recupero di una “memoria sociale e collettiva”, ricostruita attraverso l’uso e la decontestualizzazione di materiali dismessi in forma di installazione e/o allestimento. Orientata sempre più a valorizzare l’aspetto relazionale nel processo creativo, sua costante è la riflessione critica sull’impatto ambientale e sociale del modello consumistico vigente e sulla invasività delle forme di comunicazione legate alla smart technology.

Classe 1975, si forma all’Istituto d’Arte O. Licini di Ascoli Piceno e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma dove attualmente vive, insegna, produce arte e balla swing.

Gli ultimi progetti realizzati si muovono tra lo scenario immaginario di Garbitch, esposizione itinerante di archeologia domestica costellata di reperti quotidiani obsoleti rivisitati in chiave pop, “che conservano per lo spettatore qualcosa di familiare”; Voi siete qui, ogni cosa è illuminata, installazione di arte pubblica realizzata per il Pomezia Light Festival, in cui l’apparente ludico uso di luci colorate segna i labili confini tra matericità dell’oggetto e immaginazione e il video, per l’edizione 2018 del Pomezia Light Festival, Intervalli (con Francesco Elelino), in cui il linguaggio effimero e illusorio dei mass media è la traccia ingannevole che nasconde la possibilità di leggere il reale nella sua scarna e disincantata veridicità.

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