Nacque nel piccolo borgo teramano nell'ottobre del 1800. Ancora oggi viene considerato un dei più grandi maestri della pratiche omeopatiche a livello mondiale. Ebbe un'infanzia purtroppo contrassegnata da tragedie familiari: a solo sette anni perse il padre Settimio, che già all'epoca professava idee liberali, vittima dei briganti che infestavano le campagne teramane, e nel 1809 anche la madre; Rocco e i suoi due fratelli furono accolti a casa dello zio a Teramo. Dopo gli studi nella sua nuova residenza, il Rubini, che già aveva una smisurata passione per le arti mediche, nel 1820 si trasferisce nella capitale del Regno delle Due Sicilie, Napoli, dove frequenta l'Università, conseguendo quattro anni dopo la laurea in Medicina. Nel 1829, con già molti attestati di stima, torna a Teramo dove ottiene la nomina di Protomedico della Provincia. Il ritorno nella sua terra natale però viene marcato dai sospetti della polizia borbonica, che non vede di buon occhio le attività della famiglia Rubini, per l'appartenenza sia di Rocco che di suo fratello Cristoforo alla Giovine Italia. Nel 1839, anche grazie a delle conoscenze, si trasferisce nuovamente a Napoli, dove riesce ad ottenere ottimi successi con la terapia omeopatica: fu grazie a Rocco che furono salvate 391 persone dal colera. Dopo anni di attività a livello medico, si spegnerà nel 1888.
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