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La chiesa parrocchiale della cittadina di Porto San giorgio è ubicata nell'omonima piazza, eretta nell'arco di due decenni, tra il 1831 e il 1851, sulle rovine di un altro luogo sacro che era stato demolito nei primi anni dell'Ottocento. L'abbattimento della struttura fu dovuto all'annessione, com'era d'uso all'epoca, di un cimitero, luogo diventato ormai troppo pericoloso a causa dell'umidità del "Fosso Rio", che provocava delle esalazioni fortissime dovute alle sepolture: per questo motivo le autorità cittadine e quelle religiose ne decisero di comune accordo, anche per l'incremento demografico, la demolizione. Vi furono delle problematiche finanziare che rallentarono al costruzione; in seguito, grazie a delle "tassazioni" che variavano dall'ambito del pescato ai generi alimentari e alle abitazioni, leggenda narra che la chiesa appartenesse al popolo di Porto San Giorgio, in quanto principale finanziatore. Tra i vari progetti venne scelto quello dell'architetto Giunchini; preceduta da una scalinata, fu edificata nello stile neoclassico in auge all'epoca. L'interno, a tre navate, conserva la statua monumentale di San Giorgio, protettore della cittadina, datata 1840, di Giovanni Paci. Nella cappella della famiglia nobiliare Salvatori si trovava il celebre polittico di Porto San Giorgio di Carlo Crivelli, opera del 1470, che venne prima smembrato e poi venduto dagli eredi Salvatori: oggi le varie parti sono esposte in musei sia europei che nord-americani, mentre al suo posto vi è una copia del polittico, realizzata dagli studenti dell'Istituto d'Arte di Fermo.

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