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La parrocchiale è il primo tra gli edifici di pregio che si incontra arrivando a Pietracamela.
Posta in basso rispetto al centro storico, è dedicata a San Leucio di Alessandria Vescovo di Brindisi, vissuto tra IV e V secolo. Eretta presumibilmente a partire dal XIV secolo, insieme al paese è citata negli archivi a partire dal 1324, i numerosi restauri e rimaneggiamenti hanno lasciato poche tracce della struttura primitiva, tra i primi interventi si rammenta quello del 1523, eseguito da Mastro Cirrone della Preta, testimoniato dall'architrave della sagrestia. Gli ultimi resti delle strutture medievali, sono visibili in una vecchia foto del 1925. In alcuni atti notarili del 1697 è segnalata nella chiesa la Confraternita del Rosario, nel secolo successivo le strutture subiscono importanti interventi di restauro, ricordati da una lapide targata 1780, aggiornando l'edificio medievale alle esigenze del barocco. Le ultime ristrutturazioni avverranno nel XX secolo, più precisamente nel 1908 e nel 1961, dove sarà risistemata gran parte dell'edificio.
La chiesa è realizzata in pietra locale presenta una pianta rettangolare, costituito da tre navate di cui quella centrale più alta, sporge sopra le altre con la sua fila di bifore, la facciata ospita i tre ingressi risalenti agli ultimi interventi. Quello principale, al centro, è ornato da una cornice in pietra bianca che culmina con un arco scolpito a bugnato che si interseca col timpano triangolare, al di sopra si trovano alcune targhe murate ed anche un'edicola che racchiude una Madonna con Bambino, con un angelo scolpito alla base. Tre finestroni circolari si aprono in alto, i primi due sopra i portali laterali, mentre quello centrale è compreso in posizione più elevata, all'interno del timpano. I lati della facciata si raccordano con dei pilasti alle possenti mura della navata, irrobustite da una serie di contrafforti alternati ad ampi finestroni strombati, che si concludono all'interno con un'apertura ovale. Sul retro dell'edificio, all'angolo con la navata destra e l'abside, svetta il campanile diviso in una serie di sezioni, di dimensioni minori mano a mano che si sale, separate da una cornice. Al di sopra si aprono tre arcate strette ed alte, una per ogni lato, escluso quello che da verso la facciata, dove è stato istallato l'orologio pubblico rivolto verso l'abitato. La cella campanaria invece è costruita in mattoni e vi si aprono quattro finestre ad arco, simili a quelle del piano inferiore, un'altra cornice la divide dalla cuspide del campanile che termina con una copertura piramidale. Sul retro si trova l'abside rettangolare con un grande finestrone circolare, sull'angolo opposto alla torre campanaria si trova la sagrestia, ricavata da un prolungamento della navata.
Entrati si passa sotto la cantoria che copre i tre ingressi, presenta tre arcate di cui la centrale più ampia ed a sesto ribassato, al di sopra si trova l'organo a canne settecentesco. Le tre navate sono separate da massicci pilastri a base quadrata, una cornice corre in quella centrale poco sotto le bifore, in fondo si trova l'area presbiteriale leggermente rialzata, qui c'è l'altare e l'abside, caratterizzata da un arcata ogivale dipinta. Interessante è l'acquasantiera in pietra, ricavata da un unico blocco di pietra, risalente al XVI secolo, che mostra scolpiti alcuni animali acquatici e dei rettili, che sembrano camminare sul bacino quadrilobato contornato dalle teste di quattro angeli. Sulle navate laterali sono collocati gli altari; sono conservate nella chiesa anche dipinti del XVII secolo e due croci astili d'argento, probabilmente realizzate dal famoso orafo Nicola da Guardiagrele.

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