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Lungo la strada che da Pedara raggiunge la cima della scomparsa Pizzorullo, verso la metà del percorso si incontrano i ruderi dell'antica chiesa parrocchiale di San Michele. Eretta su una porzione di crinale che riscende dal colle dove sorgeva il paese, è di origine medievale ed è menzionata nei catasti ascolani del 1381 insieme a Sant'Ippolito e Cassiano come possidenti di vari beni terrieri donati dai fedeli del luogo. Probabilmente fu restaurata nel 1553 come ne è prova una pietra dove oltre all'immancabile IHS è impressa anche questa data a memoria delle opere eseguite.
Dopo la soppressione del municipio di Pizzorullo, nel 1811 anche la chiesa, che era divenuta sussidiaria di San Cassiano di Pedara, viene sconsacrata, contribuendo così all'inesorabile fine del centro montano, e in seguito diviene proprietà della famiglia Bastiani, ultima famiglia a lasciare Pizzorullo.
Nonostante oggi sia ridotta a un cumulo di macerie informe era ancora in discrete condizioni fino alla metà del secolo scorso, esistono alcune foto infatti dove si vedono i resti delle murature in uno stato migliore in cui sono visibili delle piccole finestre molto simili a feritoie. Ciò è a conferma che fosse usanza comune utilizzare le chiese come punti di difesa soprattutto durante il periodo del brigantaggio che, a partire dal XV secolo fino all'Unità d'Italia, caratterizzava il territorio. Oggi si può distinguerne solo il perimetro con alcune tracce di muratura realizzata in blocchi di arenaria e travertino ben squadrati, all'interno rimangono tracce dell'intonaco e della pavimentazione dove si aprono ancora due fosse sepolcrali scoperchiate e ormai piene di detriti.
I terremoti del 2016 hanno contribuito a far cadere i resti di alcuni muri gettandoli a terra, un vero peccato per una memoria storica di grande significato in questa terra dimenticata.

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