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Si trova nella località Monte, uno dei territori che costituiscono il comprensorio di Propezzano, ai margini settentrionali del comune di Montegallo.
E' uno degli esempi rimasti di chiesa fortificata, si trova su di una sella ai piedi del Monte Propezzano, sul crinale che divide la vallata dell'Aso a Nord, da quella del Fluvione a Sud, rivestendo una posizione strategica per il controllo del territorio. Non sono note fasi iniziali della struttura ma si possono osservare, nelle due vallate circostanti, altri esempi di chiese fortificate. Dalle poche notizie su questi luoghi, si parla del territorio di Propezzano già a partire dal 945, quando è menzionato nei registri abbaziali dei monaci farfensi, signori di molti di questi luoghi. Dalle caratteristiche della torre, la parte più antica della chiesa probabilmente risalirebbe al XIV secolo. Subisce notevoli trasformazioni durante il cinquecento, lo confermano alcune incisioni su di un pilastro, in sacrestia e su di un'acquasantiera, riportano date che vanno dal 1540 al 1565; la chiesa passata alla diocesi di Fermo, sarà trasferita in quella di Ascoli nel 1587. Nel 1799 il parroco denunciava lo stato precario della casa canonica e del tetto, se ne ha una descrizione nel 1856, dove si legge che all'interno vi era una copertura con volta reale e vi erano tre altari, nell'altare principale si trovava un dipinto del "Martirio di San Vito". Ai lati si trovavano: sulla destra l'altare dedicato alla "Madonna del Rosario" con relativa pala dipinta ad olio, dalla parte opposta invece, se ne trovava uno in pietra, sormontato da una nicchia contenente una statua in gesso settecentesca del santo titolare. Il pavimento era di arenaria e si trovavano parecchie fosse sepolcrali, nel 1890 viene costruito il cimitero presente tutt'oggi; sempre nello stesso secolo previene la memoria dei resti di un muro perimetrale che proteggeva la chiesa. Durante l'Unità d'Italia, nel 1860, viene totalmente ristrutturata, innanzitutto ne viene invertito l'orientamento, portando all'apertura di un nuovo portale nell'abside, che sarà demolita; si mura anche uno dei precedenti ingressi sul lato meridionale. Viene eliminata la volta, lasciando solo le capriate del tetto, l'altare quindi spostato dalla parte opposta all'ingresso e si ricava la sagrestia negli ambienti del romitorio. Nel nuovo altare centrale, il dipinto del Martirio di San Vito viene sostituito dalla statua in gesso, fornita di una nuova nicchia decorata. Lo spazio sulla navata sinistra, lasciato vuoto dalla statua spostata, sarà occupato da un dipinto di Sant'Antonio Abate e Sant'Eurosia. Nel 1912, si provvederà a sistemare il pavimento ed a restaurare la canonica, durante il terremoto di Castignano del 1943 andrà distrutta la parte superiore della torre con la cella campanaria, sostituita con un campanile a vela, eretto sopra le rimanenze della torre, più modesto e con lo spazio per due campane. Qualche tempo dopo verranno anche demoliti gli altari laterali, viene infine danneggiata nel terremoto del 1997. Abbandonata, viene restaurata e riaperta nel 2008 ed adeguata alle funzioni liturgiche con un nuovo altare, gli ultimi lavori hanno sistemato anche l'area antistante l'edificio ed il cimitero.
Si raggiunge la chiesa da una ripida strada asfaltata, salendo da un bivio dalla provinciale, che attraversa le frazioni di Propezzano. Una rampa di scale la collega al sottostante parcheggio, si nota fin da subito l'antico campanile, che separa la navata dalla più modesta canonica. La facciata attuale si compone di un solo portale con cornice in pietra lavorata, al di sopra si apre un finestrone senza particolari pregi, mentre più in alto, poco sotto il colmo del tetto, si nota una gradevole finestrella rotonda. Anche la facciata laterale, quella che si fronteggia salendo la scalinata, merita una nota. Si apre un austero portale laterale, si possono rintracciare alcune pietre dell'altro ingresso murato, al quale forse apparteneva il lunotto con la croce scolpita, a cui gli si affianca una finestra murata. La torre si alza oggi solo per una decina di metri, nella recente vela, sono presenti due campane risalenti agli inizi del quattrocento. Alla base si apre una feritoia, che mostra ancora la cornice in pietra strombata, in modo da fornire un maggiore raggio di tiro. Più in basso se ne trova un'altra, ma priva di particolari lavorazioni, in alto una monofora di gusto romanico è stata tamponata. Sul retro della torre, si possono notare alcuni espedienti costruttivi, come le file di conci in travertino alternati alla pietra arenacea; in alto sulla facciata, sotto la vela, c'è ancora un buco con mensole in mattoni, accesso per i pennuti alla colombaia. Altre feritoie si aprono nello stabile addossato alla torre, la sagrestia ed il romitorio, la prima si trova al lato del piccolo ingresso mentre per vedere l'altra, bisogna svoltare l'angolo e raggiungere la facciata laterale. Al di sopra si trova un'altra finestrella con la cornice strombata. L'ambiente piuttosto spoglio all'interno, è interamente imbiancato e lo sguardo si concentra sull'altare centrale, unica nota di colore, con la nicchia ospitante la statua del santo. Ai lati della navata, si aprono altre due finestre rettangolari, contribuendo ad illuminare l'interno. In corrispondenza del tetto, si nota una cornice che lascia spazio ad un vistoso restringimento del tetto, probabilmente lì si appoggiava la copertura a volta, ad oggi demolita. Dietro l'altare vi sono due arcate di diverse dimensioni, incorporate nella parete, si sostiene che potessero essere parte delle due navate che componevano la struttura nel medioevo. Durante gli ultimi restauri sono state ritrovate porzioni di affreschi, il meglio conservato si trova alla base della torre campanaria e raffigura San Rocco. Inoltre, si è recuperata parte dell'antica pavimentazione con le lastre delle venticinque fosse sepolcrali, alcune di queste sono rese visibili attraverso un vetro. E' stata anche preservata la fonte battesimale in pietra, che una volta restaurata, è stata restituita all'uso liturgico, invece scomparso è il camino in pietra lavorata, che si trovava nel romitorio.

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