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Piccola chiesetta diruta al limite settentrionale del centro storico di Montelparo.
Si colloca in una delle zone più scenografiche del paese, sia per i suoi panorami che per i vari parchi che vi si trovano: il Marziali, quello delle Rimembranze, la pineta ed una recente area di aggregazione. L'edificio risale al XIV o XV secolo, a riprova di ciò sono alcuni frammenti di affresco quattrocentesco presenti sopra l'altare principale, attribuiti al monaco pittore Fra' Marino Angeli da Santa Vittoria. Tra il 1650 ed il 1668 vengono rinnovati gli interni su richiesta del vescovo di Montalto, Monsignor Girolamo Codebò, vengono allestiti i tre altari con stucchi e dorature. A memoria dei lavori rimane un'iscrizione posta sull'altare e due acquasantiere in pietra, con lo stemma vescovile scolpito. Nel 1753 diventa la nuova dimora dell'affresco di Maria Santissima, proveniente dalla diruta chiesa di Santa Maria Polisiana, possedimento del monastero ascolano di Sant'Angelo Magno. L'effige ritenuta miracolosa dalla popolazione, viene trasportata con tutto il muro ed installata nell'altare maggiore di Sant'Antonio, salvandola da fine certa. Da questo momento le notizie sulla chiesa si fanno scarse. Viene ancora restaurata nella seconda metà del XX secolo, rimanendo utilizzata solo in rare occasioni, è inoltre privata degli arredi ed alcune opere, vengono anche rubate. Durante allo sciame sismico del 2016 e dalle abbondanti nevicate di quell'inverno, il tetto cede collassando sulla navata, nel 2023 sono stanziati i fondi per il suo restauro.
L'edificio è realizzato in pietra arenaria e mattoni, ha una pianta rettangolare piuttosto allungata, con un unica navata e la sagrestia sul retro. L'esterno si presenta essenziale, unica nota artistica è la cornice del portale, aperto al centro della facciata, altra caratteristica è la presenza di numerosi buchi per le impalcature, lasciati aperti alla fine del cantiere. La grande finestra che sormonta l'ingresso insieme a quelle laterali, sono probabilmente frutto delle ristrutturazioni seicentesche, un'ingresso secondario è presente sul lato sinistro. Posteriore è anche il piccolo campanile si trova sulla facciata, alzandosi a filo dell'angolo destro e con lo spazio per una sola campana, oggi mancante. Meno spoglio è l'interno dove, sebbene non ci siano particolari decorazioni murarie, sono presenti degli altari a riempire l'aula. I due laterali sono del XVII secolo, quello di sinistra è dedicato a Santa Chiara e Sant'Alessio, l'altro alla Madonna del Carmelo. L'altare principale si trova sul fondo, affiancato da due nicchie vuote ed al di sotto, altrettanti ingressi per la sagrestia. Al centro dell'altare si trova l'affresco della "Madonna Polisiana", con la Vergine con Gesù Bambino in Trono, con in mano una rosa. L'opera medievale nella sua nuova sede, viene corredata da un ulteriore contorno affrescato, con motivi decorativi e floreali. Poco sopra appare il quattrocentesco Cristo sofferente, attribuito a Fra Marino Angeli, del quale è visibile solo il volto. Ai lati, due coppie di colonne con capitelli corinzi che, oltrepassata la fascia decorata, lasciano spazio a due timpani triangolari. Nel mezzo due puttini sono ai lati di uno spazio vuoto, un tempo occupato da un dipinto mentre sopra a tutto c'è l'immagine dell'Arcangelo Michele, al quale è probabilmente dedicato l'altare. Purtroppo gli stucchi si presentano piuttosto degradati, poche sono le colorazioni e le indorature sopravvissute al tempo ed alle ingiurie. In ultimo una nota di colore, fin dal medioevo è molto sentita dalla popolazione, la festività legata al Santo Titolare. Tramandata dai frati di Sant'Agostino, è ancora festeggiata in paese con una manifestazione, dove si distribuisce il tradizionale "Coppo" di Sant'Antonio.

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