L'antica denominazione era Santa Maria al Turibolo.
Il nome derivava da un incensiere, quindi "turibolo", vaso di metallo usato nelle celebrazioni religiose per bruciare l'incenso ed essenze profumate. La rappresentazione di questo oggetto è stata riprodotta in un quadro dell'altare maggiore, sotto l'immagine della Vergine.
L'interno della chiesa conserva degli affreschi sulle pareti laterali, con raffigurazioni di santi, tra cui spiccano quelle di Egidio Abate e Antonio, veneratissimi dalle popolazioni di origine rurale; da qui il nuovo nome "Sante Marie ead Turribulum et sancti Egidii", nel corso del XVII secolo, e Sant'Egidio più tardi.
Nella seconda parte del Settecento il rettore proveniente da Ascoli, Emidio Ciucci, incaricò l'esecuzione di una nuova tela ad artisti locali, con la raffigurazione di Egidio adorante, Sant'Emidio e lo stemma della sua famiglia.
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