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Piccolo edificio ottagonale dedicato al martirio del Santo patrono ascolano, avvenuto per decapitazione nel IV secolo dopo Cristo, costruito come protezione del capitello e del luogo dove, secondo la tradizione, avvenne il sacrificio. Sempre secondo la tradizione da qui il Santo raccolse la sua testa e si avviò verso il sepolcro dove venne in seguito costruito il tempietto di Sant'Emidio alle Grotte. Volutamente dipinto di rosso, il colore del martirio, e impreziosito da sobrie finiture in travertino, l'interno è altrettanto semplice con l'unico altare sormontato da un dipinto, che descrive il supplizio avvenuto ed anche, appunto, la pietra della decapitazione (oggetto di venerazione a cui la popolazione è molto devota). Sopra il portale l'epigrafe ricorda che la costruzione fu voluta dal vescovo di Ascoli Sigismondo Donati da Correggio nel 1633, titolare anche del vistoso stemma in travertino che sormonta l'accesso. Un piccolo campanile a vela, posto a lato della struttura, richiama la popolazione.

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