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Piccolo agglomerato di case alle pendici della montagna dei Fiori, a confine tra le Marche e l'Abruzzo.
Oggi frazione di Ascoli Piceno, un tempo parte del soppresso comune di Lisciano del Tronto, prende il nome dalla chiesa di Santa Maria, ma è chiamato solo "Corte" nei primi documenti che lo menzionano. Legato al vicino centro di San Martino, dal X secolo possedimento dei monaci benedettini farfensi, poi nei patrimoni del vescovo di Ascoli, con conferma papale del 1052. Vi sorge il castello detto di Lisciano, che è probabilmente il punto di riferimento per l'area; i suoi signori sono la famiglia Masci, tra le più influenti della città. Si vuole legato alla dinastia Guglielmo Divini, nato a Santa Maria nel 1158, conosciuto come Fra Pacifico, in gioventù poeta di fama poi convertitosi al messaggio di San Francesco. Affianca il Santo nella stesura del famoso "Cantico dei Cantici", tra le prime produzioni poetiche in lingua volgare, ossia il primitivo italiano. Ancora la famiglia Masci nel 1227, da alla luce Girolamo nella vicina frazione di Colle, che vestito l'abito francescano, sale al soglio pontificio nel 1288, ricoprendo di onori la sua terra natale. Nel XIII secolo, la contrada è sempre compresa nei territori del castello di San Martino, ormai privo di importanza a seguito del decadimento della feudalità. Lascia il posto alle amministrazioni civili ed alla chiesa che sorge sui resti del castello, dove si svolgono anche le riunioni della comunità. Nel 1361 sono ricordate le devastazioni del feudatario Cola di Macchia, che in guerra con Ascoli, devasta e saccheggia le campagne di Castel Folignano e Lisciano. Il centro è presente nei catasti del 1381, dove si legge che fa parte del territorio del sindacato di San Martino ed insieme a quello di Sant'Angelo, formano il "Castello di Lisciano", parte dello stato ascolano. Nel 1399 per volontà del papato i feudi di Folignano e di Lisciano, passano per tre generazioni a Giovanni di Massio ed alla sua famiglia. Nel quattrocento, grazie alla vicinanza del confine, si vede acutizzarsi il problema del banditismo, spesso da parte dei fuoriusciti dalla città, scacciati durante le violente lotte per il potere. Nelle documentazioni catastali del 1474, diversi cittadini ascolani sono proprietari di beni in contrada Corte. Oltre al brigantaggio, a ricordare il XVI secolo sono gli scontri di confine, soprattutto con la dirimpettaia frazione di Gabbiano ed il comune teramano di Civitella del Tronto. Molto probabilmente il paese partecipa nel 1573 con gli ascolani, agli scontri contro quest'ultima, razziando anche i centri confinanti di Cerqueto e Collevirtù. Con l'elezione del secondo papa piceno: Sisto V, la parrocchia di San Martino viene ricompensata con l'esenzione fiscale, per onorare il suo predecessore: Niccolò IV. I diverbi con i vicini abruzzesi riesplodono nel 1744, con una feroce questione di confine sempre con Gabbiano, contendendosi anche la proprietà della parrocchiale gabbianese di San Nicola. Tre anni più tardi i commissari inviati dai due stati cercano di trovare un'accordo tra le parti, senza risultati. In questo clima, nel 1758 vi nasce Giuseppe Costantini, ricordato come il brigante Sciabolone. Sale agli onori delle cronache nel 1797, durante i moti repubblicani e la seguente invasione francese degli Stati Pontifici, quando si mette a capo della rivolta contro gli occupanti. L'anno seguente l'amministrazione territoriale viene modificata, i territori di Lisciano vengono compresi dal Cantone Rurale di Ascoli, parte del più ampio Distretto del Tronto. L'esperienza repubblicana termina dopo alcuni mesi, ma nel 1808 l'arrivo di Napoleone porta nuove riforme, il territorio viene sottoposto ancora al Cantone di Ascoli. Dopo la Restaurazione nel 1815 passa invece al "Governo di Folignano", ma solo fino al 1833 quando il municipio di Lisciano, torna indipendente sotto il governo ascolano. Dopo l'unità d'Italia il comune viene soppresso ed assorbito dalla vicina città. Questo si rivela un vantaggio, in quanto il paese non subisce troppo lo spopolamento tipico del XIX e XX secolo. Ancora oggi è in gran parte abitato e piuttosto frequentato, buona parte delle abitazioni sono in buono stato. Nel 1981 un comitato locale, ha installato una lapide sulla casa natale di Sciabolone, in ricordo delle sue gesta. Ci si può arrivare sia da Folignano, per la salita che passa per la frazione di San Benedetto, oppure da Ascoli passando per Lisciano ed infine da Civitella, per la strada di Gabbiano. Il paese si trova poco sotto all'incrocio di queste strade, dove si aggiunge anche quella che sale fino a San Martino. Si è accolti dalla Piazza della Leggera, dove si trova la fonte pubblica, la chiesa di Santa Maria e la balconata panoramica. Ci si addentra nell'abitato fiancheggiando la facciata dell'edificio sacro, ricostruito nella metà del XX secolo e solo il campanile ha origine antiche. Attraversando un suggestivo passaggio coperto si percorre la via principale, sulla sinistra si nota la casa natale di Sciabolone, riconoscibile dalla targa commemorativa. Buona parte delle case è risistemata ed intonacata, ma non mancano sprazzi delle strutture antiche, alcune risalenti al XVI secolo. Continuando lungo il corso si inizia rapidamente a scendere, uscendo dal paese ed immettendosi sulla strada asfaltata proveniente da Folignano, dalla quale si può risalire verso la piazza. Nel percorso ci si può immergere nei panorami verso la montagna boscosa ed i suoi crinali che degradano verso valle, oppure in quelli della bassa valle del Tronto e giù fino al mare.

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