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Totalmente ricostruita nel XVIII secolo sopra una struttura più antica risalente al XI secolo.
viene infatti citata a partire dal 1198 quando la nobile Maria di Forcella lascia diverse somme di denaro alle chiese del territorio del castello tra le quali figura anche quella di San Giacomo.
Ricostruita a partire dal 1779 dall'architetto Paglialunga, grazie a una donazione del nobile G.C. Gentile alla confraternita del SS. Sacramento, fu inaugurata nel 1785.
Al suo interno, oltre a numerosi altari, è contenuta una delle opere di maggior pregio di Vittore Crivelli: la “Madonna adorante il Bambino” (XV secolo). L'opera è iconograficamente innovativa: il Bambino, in genere seduto sul grembo della Madre, è invece steso ai suoi piedi. Questo tipo di composizione caratterizza anche altre opere del Crivelli, come quella eseguita a Falerone e il polittico di Cupra Marittima.
L'elaborazione dell'opera è fortemente simmetrica e l'alternanza dei volumi è equilibrata tanto quanto l'armonioso bilanciamento dei colori rosso e verde. Il drappo porpora, insieme alla figura della Vergine, imprime la divisione della tavola in due parti, conclusa dalla figura dell'angelo orante e dal gruppo di testine angeliche. A sinistra è collocato un libro aperto che allude alla Bibbia, mentre a destra è posato un garofano di colore rosso scuro che simboleggia la passione del Cristo. Elemento che spezza il ricercato equilibrio dell'opera è la Mela ai piedi della Vergine che rimarca il motivo per il quale i volti puri e candidi della Madonna, dei Cherubini e delle testine alate, sono segnati da una tristezza profetica.
Accanto alla chiesa c'è il Museo Parrocchiale di Arte Sacra, dove sono esposti un piviale ricamato del XVI secolo ed altri preziosi oggetti sacri tra cui un ostensorio d'argento massiccio del XVII secolo, e la Croce processionale di madreperla, sempre del XVIII sec.

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