Le origini della chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli Piceno risalgono al XIII secolo, precisamente all'anno 1206, quando una religiosa di nome Amata fondò la chiesa e l'annesso convento di ordine cistercense. Quando le consorelle abbandonarono il sito, a causa della distruzione di Ascoli da parte di Federico II, nel 1241, subentrarono i francescani. Ma già il 1258 vedeva un nuovo avvicendamento, i francescani vendettero il convento ancora alle monache cistercensi e con la somma ricavata acquistarono il terreno dove ora sorge la chiesa di San Francesco. Il monastero venne soppresso nel 1499 e il convento venne concesso da papa Alessandro VI ai canonici di San Giorgio d'Alba. Il convento cessò di esistere a causa della soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica, poi, nel 1861, con l'avvento del Regno d'Italia, la struttura venne adibita a caserma. Solo nel XX secolo, per volere del vescovo Morgante, il sito venne riportato alla semplicità delle sue spoglie medievali e riconsacrato al culto: la chiesa venne intitolata ai Santi Pietro e Paolo il primo maggio del 1969. L'edificio infatti ci appare oggi nell'aspetto sobrio ed essenziale di un romanico assolutamente spoglio di un qualsiasi elemento estetico e decorativo. L'unico elemento di disturbo è la sopraelevazione di un piano al di sopra del tetto della chiesa, probabilmente effettuata quando l'edificio venne usato come caserma. Tutto ciò ha aggiunto una nota ancora più austera alla chiesa, rendendola un compatto corpo a forma di parallelepipedo, realizzato con blocchi regolari di travertino. Tuttavia appare ancora visibile l'antica copertura a capanna nelle linee a spiovente che si trovano sulla parte superiore della facciata. Per il resto il fronte è connotato dalla grossa apertura circolare e dall'ingresso principale, un semplice arco a tutto sesto affiancato da altri due archi ciechi di identiche dimensioni, che ci indicano l'antica presenza di un portico con funzione di vestibolo, ora scomparso. Mentre la fiancata destra è appoggiata alla grossa struttura dell'ex convento, su quella sinistra compaiono le strette monofore e il corpo del transetto con copertura a spioventi. Nella parte superiore si può notare la differenza dei materiali, più recenti, usati per la costruzione del piano superiore, dove si apre una serie di finestre quadrangolari. Più in fondo si trova un corpo circolare con copertura a cupola: si tratta delle sagrestia fatta costruire nel 1740. L'abside della chiesa non è di origine medievale, ma venne fatto ricostruire nel 1685. Anche l'interno dei Santi Pietro e Paolo rispecchia la sobrietà dell'esterno: esso è costituito da un'unica navata, incrociata da un transetto. L'aula è scandita dalle paraste sulle quali poggia la volta a crociera del soffitto. L'abside seicentesco, unica zona intonacata, è costituito da una volta a botte scandita da vele a intervalli regolari. Per quanto riguarda l'ex convento c'è poco da dire dal punto di vista architettonico. L'unico elemento degno di nota è il chiostro rinascimentale realizzato all'inizio del XVI secolo, sotto la reggenza dei canonici di San Giorgio d'Alba. L'ambiente è scandito su i due piani da porticati. Gli archi, di dimensione inferiore al primo piano, poggiano su colonnine in travertino con capitello scolpito e sono contrassegnati da una muratura in cotto.
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/66620/Chiesa-dei-Ss-Pietro-e-Paolo/Default.aspx
http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/66621/Convento-di-S-Matteo-apostolo-e-S-Antonio-abate/Default.aspx
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