All'ingresso del paese di Morro d'Oro si è accolti dalla chiesa parrocchiale dei Santi Salvatore e Nicola, al centro di uno spazio aperto occupato dalla piazza e dal corso cittadino. L'edificio viene eretto su volontà del preposto di Morro e di Francesco d'Acquaviva nel 1331, affidandone l'incarico all'architetto marchigiano Gentile di Ripatransone, come attesta una lapide murata sulla parete destra. Ispirandosi all'abbazia di Santa Maria di Propezzano realizza probabilmente su un edificio precedente, la nuova struttura che accompagnerà d'ora in poi la storia di Morro d'Oro e sarà patronato dei duchi d'Atri. Nel XVI secolo su richiesta fatta dai parrocchiani agli Acquaviva, acquisisce anche il titolo di San Nicola dalla chiesa presente all'interno del castello, quando questa si rese troppo piccola per la numerosa popolazione. Viene risistemata nel XVII secolo ed eretta la nuova facciata, l'interno viene aggiornato allo stile barocco, altri restauri avverranno nel corso del secolo successivo. Nel 1933 viene rimaneggiato il portale laterale, che nel frattempo era stato spostato, riportandolo nella sua posizione originale e nello stesso secolo vengono demoliti gli interventi barocchi; l'ultimo restauro l'ha resa alla popolazione nel 2017 e da allora è in uso.
La facciata è scandita da quattro pilastri che corrispondono alle navate interne della chiesa, una fascia decorativa la divide orizzontalmente all'altezza delle navate laterali, che si ricongiungono a quella centrale nella parte superiore attraverso una fascia muraria triangolare. Si notano ancora i fori delle impalcature parzialmente tamponati e nella parte destra, si può vedere una piccola nicchia dove sopra di essa un tempo, era alloggiato l'orologio pubblico. Il portale principale in pietra è inserito all'interno di un'arcata in mattoni più alta, dalle forme piuttosto semplice sopra l'architrave si fregia di un timpano triangolare, sopra l'ingresso si apre una finestra in cotto murata e sormontata da una croce ricavata nello spessore del muro, un lunotto decorato con una cornice conclude la facciata.
L'esterno della navata destra ha una bella fila di archetti pensili e vi si aprono due finestre con architravi in cotto decorate e l'accesso laterale, un bel portale realizzato in arenaria con architrave in evaporite sormontato da un lunotto con una cornice di figure geometriche. Sul retro della struttura si eleva il semplice campanile a vela che ospita due campane e sotto di esse ha trovato posto l'orologio. Entrati nella struttura che come già detto è divisa in tre navate divise da arcate sorrette da colonne che reggono una graziosa copertura in mattoni dipinti con un motivo a spina di pesce, decorate sono anche le trabeazioni del tetto. Lungo la navata sinistra si trovano un altare in pietra datato 1560 con una tela della Madonna con Bambino tra santi, due altari lignei seicenteschi che conservano un quadro dell'assunzione della Madonna ed un Trionfo del Nome di Gesù, dipinto dall'artista ravennate Francesco Ragazzino. Sulla navata sinistra invece si può notare sul fondo un altare con una statua della madonna in terracotta di scuola atriana risalente al XVI secolo, lungo le pareti si trovano tracce degli affreschi scomparsi.
L'altare centrale è collocato in fondo alla navata principale ed è divisa dal resto dell'edificio da un'arcata che delimita l'area presbiteriale, piuttosto scarne sono le decorazioni che si limitano al solo crocefisso, qui trova posto anche il coro, il tutto è coperto da una volta in muratura ed illuminato da una finestra decorata. Affiancano l'altare due ambienti laterali chiusi ricavati dalle navate dove a destra si trova la sacrestia mentre a sinistra c'è una cappella con una bella cupola decorata. Il prezioso organo ospitato nella cantoria dipinta sopra la porta d'ingresso è del marchigiano Adriano Fedri realizzato nel 1758 e più volte restaurato.
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