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Piccola chiesa della cittadina di Atri, si trova nel quartiere di Santa Croce, detto anche Capo d'Atri.
Conosciuta anche con il nome di San Rocco per via del culto del santo, piuttosto sentito dalla popolazione e protettore delle pestilenze, qui infatti ne veniva adorata una sua statua. Spiritualmente sottoposta alla chiesa di San Nicola, l'edificio nella parte alta confina con uno degli ingressi ai giardini ducali, mentre sul retro è contiguo con la casa del garibaldino Pietro Baiocchi.
Edificata probabilmente tra il XIII ed i XIV secolo, non si hanno molte notizie sulla sua storia, uno dei suoi momenti fondamentali fu quando nel 1395 gli Acquaviva si insediarono alla signoria della città, erigendo il loro palazzo a poca distanza dalla chiesa. Questa poteva essere raggiunta passando per i giardini sul retro della dimora, quindi la famiglia decise inizialmente di soddisfare i bisogni religiosi della corte in questo luogo. Ma data la scomodità di dover percorrere il giardino nelle brutte stagioni e alla continua presenza della popolazione alle funzioni religiose, si decise di spostare la cappella nella chiesa di San Liberatore. All'epoca abbandonata ed adiacente alle loro proprietà, nel 1444 Giosia Acquaviva la acquisì, restaurandola e facendo realizzare il corridoio sospeso, che la collegava comodamente ad un lato della dimora.
La chiesa viene risistemata, soprattutto all'interno, verso la fine del XVII secolo. Si trova sopra una piccola salita che si stacca da Via trinità, molto caro alla popolazione è il parapetto in ferro detto "il ferro della Trinità”, dove gli abitanti si affacciavano per vedere il passaggio delle processioni.
La facciata si presenta scarna, totalmente intonacata e priva di particolari decorazioni, due lesene agli angoli da cui si raggiunge il portale, incorniciato da pietre lavorate. Salendo una manciata di scalini, al di sopra si nota una finestra rotonda, mentre ancora in alto corre una cornice per tutta la lunghezza del muro.
Più caratteristica è la parete esterna sulla destra che corre parallela alla strada, suddivisa da una serie di lesene e vi si possono scorgere le finestre trilobate di stile gotico ad oggi murate, che un tempo davano luce alla chiesa. Queste sono impreziosite da una ghiera in cotto con decorazione a foglia, che contorna l'arco; al centro della parete si trova un portale sempre murato in stile rinascimentale, databile tra XV e XVI secolo, sul retro si trova il piccolo campanile a vela con gli alloggi sovrapposti per due campane. Questo, elevato tra il muro perimetrale della chiesa e quello della piccola sagrestia annessa, è raggiungibile dall'esterno attraverso un piccolo portale medievale con un architrave sorretto da mensole.
L'interno ad aula unica è minimale, coperto da una volta a botte con pochi stucchi, soprattutto i capitelli dei semipilastri che rinforzano le pareti, imbiancate e dipinte interamente a due toni, al centro del presbiterio, racchiuso dentro una balaustra, vi è l'altare principale. Realizzato in pietra durante la trasformazione barocca dell'edificio, al centro vi è la nicchia statua della Madonna con Bambino, mentre ai lati una coppia di colonne sale fino al timpano, composto da linee spezzate e con al centro l'Agnus Dei. Ai lati dell'altare, si trovano due tele degli arcangeli Michele e Gabriele, realizzate da Giuseppe Prepositi, nella chiesa è presente ancora in una nicchia la statua di San Rocco e quella di Sant'Antonio. Vi sono anche due tele, una di "Sant'Anna che educa la Vergine", attribuibile al XVII-XVIII secolo ed un quadro della Madonna di Pompei del XVIII secolo. Sulle vetrate si possono notare le immagini artistiche della ditta "Camper" di Atri con scene religiose, nella finestra in facciata vi è raffigurata la Santissima Trinità.

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