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Immersa tra i rigogliosi boschi dell'alta valle del Tordino.
Due le ipotesi del nome: potrebbe derivare dal proprietario dei terreni dove è stato edificato, probabilmente un tale Servilius, un rimando forse all'epoca romana dato che nella zona al di sopra dell'incasato, detta Piane di Servillo, è nota la presenza di insediamenti stagionali di epoca imperiale; l'altra invece viene dal fatto che fosse nato per ospitare dei servi, sottoposti ad un vicino centro feudale. Il paese sorge in un momento non precisato del medioevo, nei feudi della scomparsa rocca di Scalelle che dominava l'area tra Pagliaroli e Cortino, nel 1297 furono parte di una controversia territoriale tra Amatrice e Teramo, stabilendo i confini tra le due, questa zona rientrerà nel comprensorio della seconda città. Nel 1393 i territori della città e dei suoi castelli saranno venduti agli Acquaviva per volere di Ladislao d'Angiò; durante la guerra di successione tra Angioini e Aragonesi, di Giosia di Teramo viene spogliato dei suoi feudi che passano a Matteo di Capua per volontà di Re Ferrante nel 1460. Tranne Atri e San Flaviano, gli altri saranno restituiti al figlio di Giosia: Giulio Antonio dopo il perdono del Re.
Molto interessante è l'architrave scolpita, murata su una casa nei pressi della chiesa, che risale al 1494 e gli studiosi hanno fatto varie ipotesi sui vari simboli: la più diffusa sostiene che sia una commemorazione del matrimonio tra la famiglia dei Petrucci di Tossicia con quella degli Orsini, nella raffigurazione appare anche lo stemma dei signori di Poggio Ramonte. Leggendo attentamente lo stemma però sorge l'ipotesi che potrebbe essere una parte dello stemma del Regno di Napoli, utilizzato nel periodo dell'incoronazione di Alfonso II D'aragona, avvenuta proprio nel 1494, data riportata nella pietra.
Si nota comunque dai registri vescovili riportati da Niccolò Palma, che nel XVI secolo la pieve di Pagliaroli e quindi anche Cortino, non facevano ancora parte della Montagna di Roseto e che la famiglia dei duchi d'Atri non deteneva, come di consueto, il patronato sulle chiese che invece pagavano le decime al porporato. Non è ben chiaro quando vi entreranno a far parte ma lo ritroviamo insieme al territorio della pieve nel XVIII secolo, nel 1760 con la morte dell'ultimo discendente della famiglia degli Acquaviva, il ducato viene convertito nello Stato Allodiale di Atri, gestito direttamente dalla Regia Corte.
Si legge delle condizioni di povertà del luogo nel 1715 quando viene delegato al parroco della vicina San Salvatore di Pagliaroli, la risitemazione del mulino della comunità che da tempo era ridotto a rudere, nel 1747 anche il patronato della parrocchia viene rimesso in mano al curato di San Salvatore. Il brigantaggio durante la presenza napoleonica sarà piuttosto sentito nella zona, nel 1799 il parroco di Servillo viene chiamato con gli altri della diocesi, a sottoscrivere la scomunica di Don Donato de Donatis, il famoso prete brigante originario di Fioli di Rocca Santa Maria. Nel 1806 entra a far parte del napoleonico Distretto di Teramo, nel Circondario di Montorio al Vomano, il paese parteciperà anche alle collette per il sostentamento delle truppe francesi dell'area. Nel 1816 viene creato il comune di Cortino nel quale si trova tuttora Servillo che sarà mantenuto anche dopo l'Unità d'Italia; nel novecento si assiste al progressivo spopolamento della montagna che avrà il suo culmine a partire dal secondo dopoguerra. Singolare è il fatto che dalla popolazione locale, gli abitanti di questo centro, venissero chiamati "Spagnoli".
Oggi il paese si presenta quasi disabitato sebbene i proprietari vi tornino per curare ancora gli orti ed i terreni circostanti, vi si arriva passando per l'unica strada carrozzabile che lo raggiunge. La prima cosa che si incontra è la fonte e proseguendo per pochi metri, si raggiungono le prime case rimaste dell'antico abitato, al centro si trova una piccola piazzetta antistante la chiesa della Madonna della Mercede, dove si trova anche la casa con la famosa architrave scolpita. Le altre abitazioni si dispongono lungo il crinale ed alcune mostrano altre interessanti pietre incise, come una che cita "Anno di carestia e tribulazione", sono costruite nei semplici materiali reperibili in zona rispecchiando la vita semplice di questi luoghi. Intorno il panorama boscoso è coronato dalle catene montuose della Laga e del Massiccio del Gran Sasso.

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