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Castignano ha il grande pregio e vanto di aver consegnato alla storia della nostra nazione il più antico e remoto alfabeto del popolo italico. Esso è contenuto nella famosa "Stele di Castignano", scoperta nella campagne intorno al piccolo borgo piceno (in località Montecalvo) nel 1890.
È un masso di pietra arenaria, con una forma piramidale a tronco con quattro facce e alto circa un metro e 36 centimetri, ed attualmente è conservato nel Museo Archeologico di Ascoli Piceno. Nel corso del Novecento molti studiosi ed esperti sono arrivati ad attribuire la sua datazione intorno VI-VII secolo avanti Cristo, ed è un'iscrizione bustrofedica, ovvero si legge alternativamente da destra a sinistra oppure viceversa.
Questo primitivo alfabeto sembrerebbe avere delle derivazioni dalla cultura greco-arcaica, o greca di area mediterranea o anche greco-anatolica. Paleologi e storici del linguaggio del popolo piceno hanno classificato il testo contenuto nella stele come iscrizione protosabellica: il linguaggio si pone insieme all'umbro e all'osco, come termine di una tradizione preindoeuropea e all'inizio di quella italica-indoeuropea, che a partire dal VI secolo a.C. avrebbe coinvolto tutta la vasta area picena. Questo idioma venne soppiantato molti secoli dopo da un latino piceno di tradizione linguistica italica.
La funzione della stele è probabilmente funeraria e il manufatto in pietra aveva la funzione di segnalare la presenza di una tomba.
In molte necropoli era consuetudine mettere negli angoli delle sepolture delle pietre di varie dimensioni. L'attestazione, ancora nei decenni, appassiona e invoglia studiosi a varie interpretazioni, come "Questa difesa innalzarono gli Apaei con le proprie mani se qualcuno osa profanare questo luogo del padre e della madre commette sacrilegio" oppure "Poponum principe degli Apaios fu ucciso ... la madre, il padre stordito e con l'animo affranto, e i nobili lo tumularono", infine ultima ipotesi": "La bella opera è innalzata in onore dei genitori per i quali gli appei del pupum costruirono con le loro mani la tomba".
Nel 1998, grazie al contributo della locale Banca di Credito Cooperativo, fu inaugurata una riproduzione nelle perfette dimensioni posta al centro del paese.

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