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Si trova sperduto su di un pianoro nel fondovalle del fiume Tordino, circondato dalle boscose pendici dei monti circostanti.
La toponomastica è probabilmente da riferirsi al termine latino "Tabula", attribuibile ad una zona pianeggiante o livellata. Vanta una storia piuttosto antica e la sua fondazione risale probabilmente al medioevo, le prime segnalazioni si ritrovano tra gli archivi della Diocesi Aprutina.
Segnalato infatti, in alcuni documenti del 1076 dove il proprietario Trasmondo di Sisifredo donava alcuni beni siti a "Tibulario" e nel castello di Tizzano, al Vescovo di Teramo, stessa cosa accade anche nel 1086, ma stavolta il donatore sarà Teutone VII. Quest'ultimo faceva parte della nobile famiglia dei Totoneschi o Teutoneschi, che dopo aver donato parecchi feudi al vescovo, erano diventati suoi vassalli, rimanendo a controllare i loro vecchi possedimenti.
Nel 1124 infatti la famiglia ha in concessione diversi terreni della diocesi, alcuni si trovano al confine del colle di Tavolero. Ricompare nel 1287 citato nei confini dei castelli di Frunti, Padula e Scalelle, durante il loro giuramento di fedeltà al comitato teramano.
Nel basso medioevo l'area era sottoposta alla Rocca di Santa Maria ed alla Pieve di San Lorenzo in Festeniano, il primo era un fortilizio scomparso nei monti sopra Riano, l'altra era sede della pievania che amministrava i sacramenti nelle cappelle dei vari villaggi.
Entrambe erano storicamente proprietà feudali del vescovo di Teramo.
La presenza della chiesa di San Flaviano è attestata dal 1324, citata ancora nel 1526 nei registri delle tasse diocesane, dove si denota l'estrema povertà dell'area. Questa condizione favorirà il fenomeno del banditismo, che rimarrà una delle caratteristiche peculiari dell'area montana, funestata anche dalle violente repressioni governative, nel tentativo di contenere il fenomeno.
È tra i villaggi di Rocca Santa Maria che viene investito dalla feroce lotta contro il brigantaggio, effettuata dal capitano spagnolo Giuseppe Zunica, sarà quindi assaltato e dato alle fiamme. Inoltre, le rovine dei centri colpiti, saranno pattugliate dalle milizie allo scopo di allontanarne gli abitanti, scontentando anche il proprietario del feudo, il vescovo teramano.
Sul finire del settecento il villaggio è sottoposto spiritualmente alla parrocchia di Santa Maria a Canili, con Colle e Fustagnano, insieme sono compresi nell'Università di Rocca Santa Maria dello Stato di Bisegno, così era chiamato il complesso dei feudi vescovili dell'area. Nel 1799 subisce il rinnovamento dei territori, proposto dalla Repubblica Napoletana che, nonostante la breve durata, crea il Dipartimento del Pescara, comprendente il Cantone di Teramo che racchiudeva anche lo Stato di Bisegno.
Stessa cosa accadrà qualche anno più tardi, nel 1806 infatti le truppe napoleoniche occupano il Regno di Napoli, ripristinando i Dipartimenti ed i Cantoni. Viene abolita la feudalità e vengono istituiti i comuni, dopo il 1813 il comune di Rocca Santa Maria figura nel Circondario di Valle Castellana.
Dopo l'unità d'Italia il borgo entra a far parte della nuova provincia di Teramo, già da sempre poco popoloso, rimane disabitato nella seconda metà del novecento. Sarà scelto per un progetto di recupero, insieme a Martese e Serra che però, non raggiungerà gli obiettivi proposti.
Piuttosto disperso, per arrivarci bisogna passare da Cona Faiete e per l'incrocio non segnalato al centro della frazione, da qui si sprofonda nelle boscose vallate fino a riuscire nei pressi del cimitero del paese, dove si allargano i pascoli ed i campi coltivati. Si scorge anche una panoramica sul paese, prima di sprofondare nuovamente all'ombra del bosco che ci separa dalla meta.
Appena giunti, si notano subito sulla sinistra i ruderi della pregevole chiesa di San Flaviano, avvolta nella vegetazione, poco più avanti vi è l'incrocio che introduce al borgo, la strada invece prosegue fino alla frazione di Colle.
Composto in realtà da poche case, alcune di queste ormai ridotte a rudere, si rimane subito colpiti dal grande palazzo nobiliare di origine cinquecentesca, che sovrasta le altre costruzioni, sia per la grandezza, sia per lo stile piuttosto raffinato.
Gli altri edifici, come le stalle, i capanni e gli annessi agricoli, sembrano essere al servizio del complesso padronale, altre case più piccole e dirute sono sparse intorno. Singolare è il campo pianeggiante nella parte alta dell'incasato, che apre un bel panorama sulle aree circostanti.

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