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Delle opere militari destinate alla difesa del castello di Canzano, rimane a memoria il possente torrione rotondo risalente al 1472, già visto in modelli simili nelle cinte murarie di Cellino Attanasio e di Tortoreto, tutte facenti parte di un cospicuo investimento difensivo voluto dai Duchi d'Atri. Con la dismissione delle ormai inutili fortificazioni, nel XVII-XVIII secolo diventa possesso del comune di Canzano, che nel 1806 cederà a Don Bernardo De Martinis, dando inizio ad una serie di passaggi di proprietà tra le varie famiglie nobili canzanesi, spesso imparentate tra di loro. Nel 1870 viene ceduto in permuta dai De Martinis ai Taraschi ed all'estinzione della dinastia viene ereditato da Don Giuseppe De Nigris e quindi successivamente divenne proprietà della famiglia Marinelli, attuale proprietaria. Costruito al centro delle difese meridionali del paese e piuttosto sporgente rispetto alla linea delle mura, che probabilmente un tempo presentavano una forte scarpatura ora demolita e sostituita da orti e giardini, aveva lo scopo di fornire una base per il tiro delle artiglierie e, data la sua posizione, di poter effettuare fuoco incrociato contro i malcapitati assalitori che tentavano di avvicinarsi alle mura. Costruito con pietrame vario, con inserimenti in cotto, la piattaforma sommitale, che attualmente ospita un gradevole terrazzo, è protetta da un parapetto in muratura, sorretto da una fitta serie di caditoie che corrono lungo tutto il perimetro, dove si aprivano le feritoie e le bombardiere; non sono presenti resti di una possibile merlatura. Curiose sono le due file di fori quadrati che si aprono nello spessore nei beccatelli che sostengono le caditoie: probabilmente servivano per installare dei ballatoi e delle scudature in legno. L'interno della torre è occupato da una grande stanza circolare, ricoperta da una cupola in mattoni che sorregge la terrazza superiore e che crea un simpatico effetto sonoro percepibile al centro della stanza; l'ambiente è raggiungibile sia dalla porta aperta più di recente sull'esterno, che dal vecchio e stretto passaggio che la collega alle cantine dell'attiguo palazzo.

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