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Frazione nascosta nelle alture e nei boschi che sovrastano a Nord Ovest il capoluogo. Il toponimo è già noto nel 1037 quando l'imperatore Corrado II conferma il possesso del castello al vescovo di Ascoli Bernando I, donato al porporato ascolano insieme ad altri territori dal nobile Maginardo di Sigolfo, di probabile origine longobarda. Il feudo verrà sempre riconfermato al vescovo dai vari imperatori che si succederanno alla guida del Sacro Romano Impero fino ad arrivare a quello del Barbarossa nel 1185. Il castello rimase sempre legato ad Ascoli e probabilmente come molti castelli limitrofi, con la nascita dello stato comunale ascolano, vedrà perdere importanza a favore della città. Nel 1381 Vetoli viene menzionato nei catasti come sede di un sindacato, una specie di comune dell'epoca, che comprendeva anche i territori della vicina Monestino. Con la progressiva emigrazione verso i terreni messi a disposizione da Ascoli nella vallata del Tronto, Vetoli ed il circondario si spopolano a tal punto che nel 1482 viene annesso alla podesteria di Rocca Casaregnana e nel secolo successivo insieme al sindacato sarà ricordata nei registri per la scarsa popolazione. Durante la restaurazione postnapoleonica nel 1815 passa sotto Venarotta insieme a Vallicella, Marsia e Monestino per poi tornare sotto la podesteria di Rocca Casaregnana e quindi con l'Unità d'Italia nel nuovo comune di Roccafluvione.
Si arriva ad un piccolo spiazzo antistante il paese dopo uno scenografico percorso che parte dalla strada provinciale, nei pressi della chiesa di Santo Stefano. Il piccolo viottolo era la via principale che collegava il borgo fino ai piedi del castello medievale. Nel borgo poche sono le case sopravvissute e le abitazioni di un tempo hanno lasciato spazio a ruderi informi, le costruzioni rimaste presentano architravi ottocentesche decorate secondo il gusto di quelle antiche.
La via prosegue in salita fino a raggiungere la recente chiesa della Madonna di Loreto. Alle spalle del luogo sacro si stende la piattaforma dove un tempo sorgeva il castello di Vetoli e la sua rocca, della quale ancora rimane qualche rudere, da qui si può godere di un bel panorama e si possono vedere ancora le opere di terrazzamento che permettono la coltivazione di questi ripidi terreni.
Piacevole il viaggio di ritorno verso la piazza da dove è iniziata la visita, sull'altura opposta al paese si possono notare altri ruderi e si intuisce la presenza di una strada che risaliva fino alla cima del piccolo rilievo dove oggi sorge una struttura dell'acquedotto. Dalla piazza si può visitare anche la nota fonte termale che si trova sotto al paese, scendendo per una ripida strada sterrata.
Libri
Autore: Maurizio Mauro
Titolo: Castelli: Rocche torri cinte fortificate delle Marche (I castelli dello Stato di Ascoli) Vol.IV
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