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La zona era un tempo un importante snodo a controllo dell'imbocco della Salaria sulla Valle del Tronto, come confermano i resti di una torretta, probabilmente dettata a questa funzione.
Villa Rosati-Sacconi era in origine, durante il Settecento, un casino di caccia, di cui dovrebbero permanere ancora mobili dotati dei vecchi chiodi originali. Alla fine dello stesso secolo fu trasformata in villa di campagna, per volere del Conte Giuseppe Rosati Sacconi e per mano dell'architetto Ignazio Cantalamessa, al quale fu affidato il progetto: al corpo centrale, sviluppato su tre piani, vennero aggiunte ali sporgenti su due piani, il tutto in rosa antico con candidi inserti in travertino.
Lo stile neoclassico si evince dalla bella facciata, sulla quale svetta lo stemma familiare, mentre, sulle ali, lateralmente, due timpani incorniciano la sua altezza; uno di questi lo si può ammirare immerso nel paesaggio, subito a sormontare una nicchia con statua, tema, quest'ultimo, che si ripete sulla monumentale scalinata posta di fronte.
Le decorazioni pittoriche interne furono invece frutto del lavoro di Raffaele Fogliardi, che aveva decorato tra l'altro la Cappella del Sacramento del Duomo di Ascoli Piceno. Il salotto azzurro è splendidamente arricchito dal dipinto di una volta che crea un terrazzo su piante esotiche e piccoli animali, per poi passare all'imponente salone da ballo, di dodici metri, che conserva alle pareti grandi riproduzioni del Regno di Flora, del Poussin, e la Caccia di Diana, del Domenichino, e ancora allegorie della Primavera, dell'Autunno e, sul soffitto, dell'Estate, mentre il pavimento è a mosaico alla veneziana. Vi segue un ulteriore salotto ornato da ninfe danzanti e cesti di fiori. Ludovico Trasi invece decorò la cappella al piano terra, dotata di soffitto a cassettoni e rosoni dipinti, con una Natività di Maria.
Degno di menzione è l'orto botanico, in realtà grande parco (oltre trenta ettari) dove trovano dimora varietà di piante di diversi continenti; questo giardino ottocentesco è abbellito da viali, edifici e luoghi di sosta, una stele funeraria del I sec. con volti scolpiti della famiglia dei Saturii e il "Monumentino", una piramide in traverino di 8 metri, sempre del Cantalamessa, con ai quattro lati i ritratti scolpiti di uomini d'arte illustri: Antonio Canova, Domenico Cimarosa, Vittorio Alfieri e Giulio Petrarca.

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