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Sgorga nella stretta gola attraversata dal Fiume Castellano nei pressi dell'imponente rupe dove si aggrappa l'abitato di Castel Trosino, nel versante opposto al paese, che rapidamente sale fino a raggiungere i ruderi del monastero di San Giorgio.
La peculiarità di queste acque sono le origini termali: per secoli sono state utilizzate dalle popolazioni per le sue proprietà benefiche, si dice che nell'epoca romana fossero state attrezzate anche delle terme. Erroneamente si crede che alimentassero anche le strutture termali di Ascoli dato che poco più a valle venivano raccolte le acque che invece, portavano in città l'acqua potabile per le varie fontane, i resti delle captazioni sono andati perduti con la costruzione del lago di Casette.
La fonte sarà da sempre rinomata nel capoluogo piceno, nel XV secolo l'acqua che ne sgorgava era talmente richiesta che se ne vendeva di contraffatta, nel secolo successivo il medico ancaranese Francesco Maria Vannozzi ne effettua diverse analisi e ricerche poi raccolte nella sua opera il "De Aqua Mineralis". Altri medici e ricercatori a partire da lui si dedicheranno all'analisi di quest'acqua miracolosa che sgorgava anche da altre fonti limitrofe che sono in secca a causa dei lavori per la diga o sono state sommerse dal lago.
Dirimpetto alla sorgente termale se ne trovano altre dove zampilla acqua di carattere ferroso, molto interessante è la bicromia che creano mescolandosi al fiume Castellano. Raggiungibili tramite il sentiero che corre lungo il fiume, si trovano a metà strada tra il lago di Casette e l'antica fornace, zona piuttosto frequentata anche d'estate dai bagnanti fluviali.

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