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Oggi tranquilla frazione di Monterubbiano che non lascia trasparire le sue remote origini.
Situato tra Petritoli e Monterubbiano, disteso lungo un crinale pianeggiante che ad un certo punto, comincia a scendere verso il fiume Aso, qui probabilmente si trovava lo scomparso castello medievale. Il nome deriverebbe da Monti Socti, ovvero monte di sotto, corroso nel tempo in Montotto e se ne hanno notizie a partire dal XI secolo, quando alcuni territori nel 1059, vengono donati al Vescovo di Fermo. Le cessioni continuano e anche nel 1165 vengono cedute al vescovo Baligano le proprietà che avevano a Montotto il nobile Taniso, sua moglie e dei suoi figli Ricciardo Ruggero e Saraceno. Verso la seconda metà del XII secolo i signori di Montotto insieme a quelli dei vicini castelli di Coccaro e di Monterubbiano, decisero di fondersi con quest'ultimo creando così un'entità amministrativa più grande, potente e meglio difendibile, dove dentro una nuova cinta muraria si sarebbero trasferiti i nobili con le loro corti. I due castelli di Coccaro e Montotto vennero perciò privati delle fortificazioni e in buona parte abbandonati, ma questa cosa non non piacque ai fermani che si sentirono minacciati dal nuovo insediamento e nel 1182 sottomise con la forza il nuovo castello di Monterubbiano obbligando la popolazione a ritornare nei luoghi di origine, ricostruendoli. Un documento redatto nello stesso anno ricordava il giuramento di fedeltà dei castelli ricostituiti al capoluogo fermano con la relativa consegna di un palio il giorno della cavalcata dell'Assunta. Ma l'arrivo dell'imperatore Enrico VI di Svevia, la cittadina ed i suoi castelli riacquistano l'autonomia da Fermo ma con l'allontanamento delle truppe imperiali, i fermani si prodigano a recuperarli e vi riescono nel 1205, quando i signori dei castelli si devono sottomettere nuovamente alla città. Ma ormai l'epoca del castello era tramontata e con la sempre più inarrestabile ascesa di Monterubbiano, Montotto ne diventa una frazione. L'antico centro fortificato sarà smantellato fino a perderne le tracce, rimarrà come contrada rurale fino ad una nuova espansione durante il XIX secolo quando sarà ricostruita la chiesa e verranno erette le scuole insieme alle ville dei possidenti terrieri.
Oggi l'abitato, costituito in prevalenza da abitazioni otto-novecentesche, si dispone sparso ai lati della strada, lungo il crinale che si incunea verso la valle dell'Aso. Tra i primi punti interessanti che si incontrano ci sono la Chiesetta del Rosario, ed il parco che le si trova davanti, proseguendo si nota l'alternanza tra le case dei possidenti alternate a quelle più modeste dei contadini. Tra siepi, orti e casolari si arriva al centro del crinale, dove vi le abitazioni si fanno più fitte e si trova la scuola ed un piccolo parco giochi. Proseguendo ancora si inizia a scendere ed arrivati ad un bivio si può procedere a destra per le ultime case sparse, sulla parte alta del colle forse si trovava l'antico castello.

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