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Porta d'ingresso occidentale alla cittadina di Campli, sorta anch'essa tra la franosa e sottile lingua di terra lasciata dallo scorrere dei torrenti Fiumicino e Siccagno. Nata come centro vicino all'abitato camplese e ad esso sottomesso, la si ritrova già nei documenti della diocesi aprutina del 1128 insieme alla chiesa di San Mariano, il nome di Nocella probabilmente deriva dalla presenza dell'albero del noce, forse presente nell'area al momento della fondazione. Nel 1271 dai documenti si comprende che ancora non era un quartiere di Campli cosa che avverrà dopo il XIV secolo insieme a Castelnuovo a seguito di un aumento della popolazione, da questo momento seguirà la storia del vicinissimo capoluogo nella buona e nella cattiva sorte. Nel 1394 viene eretta da Roberto IV di Melatino, capitano della milizia, la torre che svetta al centro del paese a scopi difensivi e di avvistamento, che mano a mano sarà trasformata nel campanile della vicina chiesa di San Mariano fino alla sua demolizione.
Sul finire del quattrocento a Nocella nasce l'attività che l'ha resa famosa, viene aperta dallo scultore Silvestro dell'Aquila una scuola di ceramica che darà il via alla tradizione delle statue della Madonna in terracotta.
Agli inizi del XVI secolo il feudo camplese passerà nelle mani di Alessandro de Medici ed alla sua morte alla moglie Margherita d'Austria che presto si risposerà con Ottavio Farnese, da qui il territorio sarà integrato negli Stati Farnesiani d'Abruzzo. Il paese sarà portato alla ribalta durante gli eventi guerreschi del 1557 con la breve Guerra del Sale tra stati Pontifici ed il Regno di Napoli. Un grosso contingente papalino comandato da Giovanni Antonio Toraldo era penetrato nel regno ed aveva liberato il castello di Maltignano che era stato occupato dai napoletani, quindi l'esercito si diresse sotto le mura di Campli e prima ancora di avviare qualsiasi trattativa tra i due schieramenti, a Castelnuovo, iniziano i primi tafferugli. La situazione degenererà e porterà Toraldo, governatore di Ascoli, ad assaltare la cittadina ed i suoi sobborghi, si salverà solo Nocella che riesce in tempo a chiudersi dietro le mura ed a organizzare le difese, diversi abitanti camplesi riescono anche a trovarvi rifugio. Dagli statuti del 1575 si ha notizia sul quartiere che possedeva una sua cinta muraria con tre porte, un decennio dopo viene stipulato il testamento della Duchessa Margherita d'Austria che prevede sostanziosi lasciti anche al suo feudo, a Nocella dispone l'obbligo di tener aperto un fondaco dove fosse venduto il pane prodotto dal forno comunale. Con l'elezione di Sisto V a pontefice viene istituita nel 1588 la diocesi di Montalto e l'abbazia di Montesanto con tutte le sue chiese sottoposte, compresa quella di Nocella, ne entra a far parte per breve tempo fino all'elevazione della cittadina camplese a sede vescovile nel 1600 grazie all'appoggio dei Farnese. Cinque anni più tardi grazie ad alcuni lasciti testamentari di Giovanni Farina viene eretto un convento carmelitano che avrà nella chiesa di San Giacomo la sua cappella ed in seguito aggregherà il titolo della scomparsa chiesa di San Mariano, in uso ancora agli inizi del XIX secolo.
Rispetto al centro camplese il sobborgo si caratterizza per aspetti più popolari, le case sono di più modeste dimensioni ma non mancano degni esempi delle architetture antiche, anch'esso come Campli è attraversato dalla lunga strada che serpeggiando tra le case mette in collegamento tutti i quartieri del centro abruzzese. Da questa dipartono le numerose vie laterali dove le case degli abitanti si accalcano, alcune con tracce evidenti delle epoche passate mentre altre sono state discutibilmente ristrutturate in epoca moderna, al centro di Nocella si trova la piazza dove sorge la Torre del Melatino e dove un tempo si trovava la chiesa di San Mariano della quale rimane solo qualche resto sparso. Su una casa a lato della piazza si nota un'interessante iscrizione: una poesia dedicata al matrimonio tra Re Carlo II di Spagna e Anna di Baviera-Neuburg avvenuto nel 1690. Interessante è anche l'abitazione attaccata alla chiesa dei Santi Mariano e Giacomo dove si trovano i resti del convento carmelitano, affianco alla chiesa si trova un altro bell'edificio antico con un loggiato. Continuando per il corso in direzione del capoluogo ci troviamo nella parte più dismessa di Nocella nonostante alcuni caseggiati meritino più attenzioni, da qui si usciva dalla porta del paese e si riscendeva nella selva scoscesa che divideva i due centri siti a poche centinaia di metri.

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