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Borgo isolato sopra un crinale che dal fondovalle risale fino al Bosco Martese, passando per il sito della scomparsa Rocca Santa Maria che dà il nome all'attuale municipio. Poco chiare sono le origini dell'incasato montano, probabilmente il nome deriva da un precedente insediamento romano che come per Roiano di Campli, il Palma fa risalire alle proprietà di una tale famiglia "Arrj" oppure da una derivazione di Ara Jani. Nel medioevo era conosciuto con il nome di Viano, successivamente lo si trova anche nominato come Arriano e Roianum, nel XVI secolo si legge della Rocca di Santa Maria di Ruiano. Secondo alcuni studi sarebbe possibile la presenza di un insediamento più antico nei pressi della chiesa di Sant'Angelo ma le prime notizie si hanno nel 1279 quando si apprende, dalle rassegne dei feudi da parte di Carlo d'Angiò, che era un possesso del Vescovo di Teramo. A partire dal XV secolo si sostituisce alla Rocca come capoluogo territoriale, favorito dalla posizione meno scoscesa e pressoché al centro del complesso di villaggi montani che costituiva il feudo, in seguito il municipio sarà spostato. Ferrante d'Aragona nel 1481 investe Andrea Matteo III Acquaviva come Duca di Teramo, rivendicando il feudo di Riano, strappandolo al possesso del Vescovo e da quel momento fino alla caduta della dinastia il porporato pagherà l'affitto al duca per i possessi di Rocca Santa Maria fino all'estinzione della dinastia nel 1776. Nel XVI secolo diventa uno dei primi centri del brigantaggio montano: poco lontano da qui nasce nel 1550 Marco Sciarra, il più famoso malvivente dell'epoca, e un abitante di Riano, tal Bernardino Carpente si unisce nel 1570 alle bande criminali. Altri si uniranno nel 1582 e la situazione degenererà a tal punto che il Vescovo sarà costretto l'anno seguente a recarsi nel paese per pacificare la situazione. Nel 1584 vengono dichiarati banditi Bernardino e Paolo Zilli. Nel 1668 il governo teramano, stanco della turbolenza del territorio, invia a arginare il problema il comandante Giuseppe Zunica che usò il pugno di ferro assaltando e dando alle fiamme anche Riano. Nel 1682 si arrocca in paese il brigante Sgarrone che viene assediato invano dalle bande di Titta Colranieri, l'anno successivo vi si insedia Santuccio da Froscia che è costretto a scappare alla vista delle artiglierie dei soldati regolari inviati da Torricella Sicura.
Nel periodo napoleonico viene sciolto l'antico feudo vescovile e nel 1813 viene istituito il nuovo comune di Rocca Santa Maria del quale Riano farà parte, compreso nel Circondario di Valle Castellana, fino all'Italia unita.
Immerso nel verde del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è raggiungibile mediante due strade scoscese, la prima che sale dalla vicina Tevere mentre l'altra che sale dalla valle del Tordino passando per Forno, panoramica e foriera di emozioni.
Collocato sul bordo di un piccolo pianoro coltivato, poco distante dal paese, lungo la strada verso Tevere si trova il cimitero con annessa la suggestiva parrocchiale di Sant'Angelo, intorno i prati di Riano e una vista panoramica sulla valle del Tordino. L'incasato ha al suo centro una piccola piazzetta dove sorge la chiesa di Sant'Antonio, gli si affianca la via principale del paese che corre lungo la serrata schiera di case che fa da muraglia ai venti del nord. Meritevoli di interesse sono le abitazioni in pietra, alcune risalenti al XVII secolo, curiosa una abitazione ridotta rudere con una finestra ornata e l'altro palazzetto nobiliare con un interessante portale che gli sorge affianco. Il resto degli edifici pare ricostruito con materiali più antichi forse a causa del turbolento passato o dei numerosi terremoti dell'area.
Uscendo dal paese verso occidente si incontra una piccola edicola e si può proseguire fin sopra il poggio roccioso, culminante con una croce, per avere una vista privilegiata del luogo. Quasi disabitato d'inverno torna a rivivere d'estate quando i vecchi residenti tornano a trascorrere le ferie nel borgo dei loro avi.

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