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Nel quartiere “da Capo” si erge la chiesa di San Giacomo e Quirico.
Della chiesa originaria trecentesca non resta nulla: si suppone che la costruzione di questa chiesa sia stata avviata tra il 1299 e il 1302, si ricorda nelle visite pastorali del XVIII e XIX la presenza di una lapide che ricordava la fine dei lavori nel 1321.
L’aspetto attuale della chiesa è stato il frutto di restauri con trasformazioni sostanziali in stile neo-classico eseguiti nel 1823 e nella prima metà del XX secolo.
La facciata della chiesa parrocchiale, in travertino, si presenta con tre ingressi e copertura a capanna.
Il campanile quadrangolare venne innalzato nel 1918 e su di esso sono installate quattro campane.
L’impianto planimetrico è rettangolare, suddiviso in tre navate; al termine di quella centrale si trova l’altare maggiore, mentre in quelle laterali si aprono quattro cappelle decorate con marmi policromi.
La copertura presenta una volta a botte, pavimento in piastrelle di cemento policromo, zoccolatura in marmo e tinteggiatura in bianco cinericio.
La cappella dell’altare maggiore, lavorata in legno con intagli e dorature, risale alla prima metà del XVIII secolo. Nel timpano resta la tela raffigurante Santa margherita da Cortona, terziaria francescana del sec. XIII, col cagnolino accovacciato: l’iconografia è tradizionalmente attribuita al pittore fermano Ubaldo Ricci (1669-1732).
Nella nicchia centrale restaurata si può ammirare la statua lignea dell’Immacolata che schiaccia con il piede il Serpente, scolpita nel 1930 da G. Stuflesser di Ortisei.
Nella prima cappella a destra è esposto un gruppo scultoreo raffigurante “La Beata Vergine Maria col Bambino” riferibile ad ignoto scultore quattrocentesco.
Subito dopo la seconda cappella a destra, si può ammirare il polittico con la Madonna e il Bambino, San Giacomo Maggiore e San Giovanni Battista. Attribuito variamente a Pietro Alemanno e a Vittore Crivelli, recentemente è stato ricondotto nell’area di un anonimo pittore marchigiano che richiama Cola dell’Amatrice.
All’interno della chiesa è conservata anche la statuina in legno policromo del XVI secolo raffigurante il patrono di Lapedona, San Quirico, martire bambino insieme alla madre Giulitta, proveniente dall'omonima chiesa rurale.

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