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Si trova al centro di una piccola zona pianeggiante sopra la sponda orientale del Rio Tallacano.
La si raggiunge prendendo la strada per Falciano, affiancata da una fila di alberi che seguono la strada, circondata dai pochi campi coltivabili, ricavati tra il borgo di Collefalciano, il suo castello e l'abitato falcianese.
Viene citata nel 1332, quando un chierico, Tommaso Nicolai di Poggio Paganello, viene mandato ad officiarvi su ordine del vescovo di Ascoli, nel 1411 risulta dalle carte che era stata elevata a pievania. In quel periodo le pievanie fungevano da ente amministrativo locale, nella chiesa infatti venivano anche condotte le assemblee pubbliche, dove i rappresentanti delle ville prendevano le decisioni più importanti. Nei pagamenti per i diritti delle visite pastorali del 1454 si ha una lista di chiese a lei sottoposte: le chiesa di San Pietro di Tallacano e quella di San Salvatore di Cocoscia, che comprendeva anche Venamartello, la villa di Rocchetta invece è esentata in quanto ancora spiritualmente sotto i monaci farfensi.
Nel 1456, i legge in un documento dei buoni rapporti che intercorrevano con Acquasanta, con le elezioni del pievano nel 1449 sappiamo invece, che un quinto dei diritti sulla chiesa, erano in possesso dei monaci agostiniani di Ascoli. Nel XVI secolo la Pievania di Falciano viene sostituita con il sindacato di Venamartello, autonomo ma sotto la giurisdizione del podestà acquasantano. In questo periodo subisca anche dei restauri che aggiungono probabilmente l'area presbiteriale e l'abside, come attesta una pietra posta sull'arcata che divide la navata, mentre nel 1703 viene aperto il portale laterale.
La parrocchia viene soppressa nel 1986 e annessa alla chiesa di Sant'Emidio, nei pressi di Centrale.
Costruito in un primo momento in arenaria locale, come si vede alla base dell'edificio, successivamente sarà rivestito in travertino bianco, sul muro laterale si possono vedere le differenze tra i vari tipi di pietre usate, disposte a mosaico ed alcune pietre scolpite che suggeriscono diverse ricostruzioni. Vi si apre anche il portale laterale, realizzato nel XVIII secolo come riporta l'architrave, sul retro c'è l'abside ingentilita da una cornice nella parte superiore, al centro vi si apre una semplice monofora. Sulla facciata si alza il campanile a vela con una sola campana, posizionato sopra l'ingresso principale che mostra un lunotto ad arco dove si apre una finestra, l'architrave in arenaria ha una targa in ceramica con due stemmi.
Gli interni sono caratterizzati da una volta a crociera che copre la navata che termina con un arco appoggiato su colonne in arenaria lavorata, il pavimento di moderna realizzazione, presenta un motivo decorativo nelle piastrelle. Lo spoglio presbiterio è rialzato rispetto alla navata e ospita l'altare e la piccola abside coperte da capriate in legno; due piccole finestre a feritoie guardano fuori nel lato meridionale.
Addossata al luogo sacro c'è la canonica, edificata in arenaria con gli stessi stili della chiesa.

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